Partecipate, Orlando vuole la Holding e taglia le poltrone - Live Sicilia

Partecipate, Orlando vuole la Holding e taglia le poltrone

La direttiva del sindaco per fondere Rap, Amat, Sispi, Amg e Reset

PALERMO – Una Holding unica per tutte le partecipate del Comune di Palermo controllate al 100%, da realizzare entro le prossime elezioni e che consentirà di accorpare presidenti, cda e collegi sindacali di Rap, Amat, Reset, Sispi e Amg. Eccolo il colpo a sorpresa del sindaco Leoluca Orlando, deciso a lasciare il segno in questi ultimi mesi alla guida di Palazzo delle Aquile con una mossa destinata a provocare un vero e proprio terremoto nel mondo politico.

L’idea non è certo nuova e ha anche una sua logica perché prevede di fondere in un’unica grande azienda le principali società in house della quinta città d’Italia: un calderone da cui rimarrebbero escluse soltanto quelle che Palermo non controlla totalmente, ossia l’Amap che è partecipata anche dagli altri comuni dell’area metropolitana (seppur con quote simboliche) e la Gesap, dove piazza Pretoria non è neanche il socio di maggioranza. Per tutto il resto, invece, ci sarà una sola Holding con tanti rami d’azienda (uno per partecipata): un solo presidente, un solo consiglio di amministrazione, un solo collegio sindacale anziché cinque e, a seconda della struttura che si delineerà, anche un solo direttore generale.

Per non parlare di tutti gli altri risparmi: acquisti centralizzati, esternalizzazioni centralizzate (dalle buste paga alla sorveglianza), appalti unici. Ed è proprio la questione degli appalti a essere stata dirimente, visti i paletti imposti dall’Anac all’affidamento orizzontale in house: si tratta, in poche parole, dei casi in cui una società partecipata del Comune decide di affidare un appalto a un’altra partecipata dello stesso Comune, ma senza fare una gara. Caso che con la nascita di Reset, consortile delle altre aziende, si è presentato più di una volta e ha costretto Orlando a correre ai ripari per evitare la scure dell’Autorità nazionale anticorruzione.

“L’Holding è lo strumento giusto per razionalizzare le spese e ottimizzare i servizi – dice Toni Sala, componente della commissione Bilancio – specie in un momento in cui i conti del Comune sono sotto pressione. Il taglio di poltrone e cda, ma anche l’accorpamento di alcune funzioni strumentali, offrirà un sistema più snello e sicuramente più efficace, consentendoci anche di risparmiare qualcosa”.

Da qui l’idea di un solo contenitore che renderebbe anche più facile gestire il sistema: più agevole la mobilità orizzontale (anche perché si va verso l’unificazione nazionale dei contratti Arera per chi si occupa di acqua, rifiuti e gas), più semplice l’affidamento incrociato dei servizi o lo spostamento dei dirigenti, per non parlare di un controllo analogo meno frastagliato e quindi più efficace, specie dopo che è stato smantellato il Settore Partecipate. Del resto il mondo delle aziende è una croce e al tempo stesso una delizia per il primo cittadino, perché se da un lato consente di nominare i fedelissimi e di saziare gli appetiti dei partiti con cda e sotto-governi, dall’altro assorbe il 40% della spesa totale del Comune e rappresenta una fonte inesauribile di contenziosi, debiti fuori bilancio e scontri politico-amministrativi. Quindi ecco il progetto di una stretta che in un colpo solo farebbe saltare quattro presidenti, sei consiglieri di amministrazione (la Reset ha un amministratore unico) e i componenti del collegio sindacale.

Il sindaco sembra non aver dubbi, tanto che lo scorso 22 gennaio ha firmato una direttiva mandata al Direttore generale, al vicesindaco e al Capo di Gabinetto. “Nel corso del 2020 – scrive Orlando – l’amministrazione ha svolto una riflessione strategica in vista della conclusione del mandato amministrativo, nell’ambito del percorso finalizzato all’approvazione del bilancio 2020-2022. A tal proposito è stata individuata la necessità di conseguire una razionalizzazione dell’assetto complessivo delle attività espletate dalle partecipate e di realizzare una più adeguata ridefinizione delle strutture organizzative mediante la costituzione di una Holding in seno alla quale far confluire il capitale sociale delle partecipate Amg, Rap, Reset, Amat e Sispi”. “Queste ultime, secondo la  logica unitaria – continua la direttiva – verrebbero a costituire rami di azienda che abbiano valore strategico ai fini di una più efficiente gestione dei servizi, unitamente a una maggiore economicità della gestione in ragione delle molteplici economie  di scala che possono essere attuate nel contesto di azioni sinergiche da attuarsi tra le partecipate anche mediante il ricorso alla modalità dell’In House Providing orizzontale (che nel  caso della Holding ramificata sarebbe un in house totalmente interno)”.

Una mossa destinata a far discutere: i tempi sono stretti, anzi strettissimi, ma se Orlando riuscisse nell’intento di varare la Holding (gli uffici sarebbero già a buon punto) farebbe un “regalo” poco gradito ai prossimi candidati a sindaco che non potrebbero più contare su una serie di poltrone solitamente al centro delle trattative con i partiti, facendo svanire anche le speranze di tanti aspiranti ai posti di sotto-governo.

LE REAZIONI

“Il progetto holding delle società partecipate, in vista di una loro economicità e gestione sinergica, non può essere trattato senza un adeguato confronto con le parti sociali ed un profondo dibattito in Consiglio Comunale. Perciò, chiediamo immediatamente al Sindaco di riferirne in aula”. Lo dice Concetta Amella del M5s.

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