Il delitto Favoroso a Castelvetrano, trovati due fucili a canne mozze - Live Sicilia

Il delitto Favoroso a Castelvetrano, trovati due fucili a canne mozze

Una sarebbe l'arma con cui è stato ucciso il giovane: era nella cavità di un albero

CASTEVETRANO (TRAPANI) – Due fucili a canne mozze, uno dei quali potrebbe essere l’arma che ha ucciso il 33enne di Castelvetrano, Vincenzo Adamo Favoroso, il cui cadavere venne ritrovato nella periferia della cittadina belicina, dai carabinieri, dopo le segnalazioni di spari avvenuti in città. Favoroso è stato trovato senza vita in terreno nella periferia della città, nei pressi della zona industriale. Seminudo, con solo gli slip addosso. Il colpo mortale però gli era stato esploso da un fucile a canne mozze nel cortile di una casa nel centro di Castelvetrano. A premere il grilletto un suo amico, Gaspare Favara, in carcere con l’accusa di omicidio colposo. Un colpo di fucile esploso “accidentalmente” disse Favara che è accusato anche di occultamento di cadavere. 

L’omicidio avvenne proprio a casa di Favara, come ha raccontato agli inquirenti il migliore amico di Favoroso. Una riunione di amici per giocare a carte e a bere birra, nonostante le norme anti-Covid. A un certo punto Favara disse a Favoroso che aveva una cosa da fargli vedere. Era un fucile a canne mozze, lo stesso con il quale poco dopo gli ha sparato. Oggi la notizia del ritrovamento di due fucili a canne mozze nel territorio di Castelvetrano, uno dei quali potrebbe essere l’arma che ha ucciso il giovane, meglio noto agli amici come “Takatà”.

I carabinieri sono arrivati al rinvenimento dei fucili mettendo in campo numerose unità per rastrellare i terreni limitrofi al luogo del ritrovamento del corpo esanime del giovane e, dopo attente ricerche, all’interno di una cavità di un albero di ulivo, non lontano dal luogo del ritrovamento della vittima, è stata rinvenuta una doppietta a canne mozze, perfettamente mimetizzata nell’incavo del tronco. Ulteriori ricerche hanno interessato anche il letto del fiume Modione, dove i carabinieri, con il prezioso contributo del Nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco di Palermo, dopo aver minuziosamente setacciato il corso d’acqua, hanno trovato un’ulteriore doppietta, sempre a canne mozze, protetta da un involucro di plastica ermeticamente chiuso. Le armi, sequestrate, saranno sottoposte ad approfonditi esami, non solo di tipo balistico, ma anche per il rilevamento di eventuali tracce biologiche. Verranno, inoltre, analizzate tutte le caratteristiche tecniche delle stesse per delineare, in caso di riscontri positivi, ancora meglio il fatto criminoso dello scorso novembre.

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