Il crac di Legno Market, dal successo alle condanne

Il crac di Legno Market, dal successo alle condanne

Pene pesanti per due imputati, ci sono altrettante assoluzioni

PALERMO – Due condanne a pene pesanti e due assoluzioni. A distanza di 11 anni dal fallimento di “Legno market” si conclude il processo di primo grado per bancarotta fraudolenta.

Angelo Scalia è stato condannato a 7 anni e 4 mesi, Roberto Scalia ne ha avuti 5 e mezzo. Gli assolti dono sono Alessandro e Mauro Scalia, difesi dall’avvocato Pietro Cascio.

Nel 2001 una delle principali realtà imprenditoriali nel settore del “fai da te” del meridione d’Italia fu colpita da un incendio che distrusse i capannoni nella zona di via Perpignano.

Fu una batosta, dalla quale la famiglia Scalia cercò di risollevarsi. Nel 2010, però, gli investigatori ritennero di avere scoperto delle irregolarità nella gestione contabile dell’impresa. Secondo l’accusa, dopo l’incendio c’erano due alternative: ricapitalizzare o liquidare la società.

Ed invece si sarebbe proceduto con la rivalutazione di alcuni immobili. Un’operazione che di fatto avrebbe impedito di ripartire e che sarebbe servita soltanto a mascherare la reale situazione. Gli avvocati delle difese hanno sempre sostenuto, forti anche di un pronunciamento in sede civile, che l’operazione seppur non formalmente corretta, lo sarebbe stato da un punto di vista sostanziale. Gli imprenditori non avrebbero avuto alcun intenzione di fare carte false.

In ogni caso arrivo la dichiarazione di fallimento. Una delle immediate conseguenze fu l’avvio dell’inchiesta penale che oggi è approdata la sentenza di primo grado. Scontato il ricorso in appello.

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