Le intercettazioni dopo la sparatoria: "Sanno già tutto" - Live Sicilia

Le intercettazioni dopo la sparatoria: “Sanno già tutto”

Ecco come i poliziotti hanno scoperto i responsabili del tentato omicidio avvenuto al viale Moncada 21.
CATANIA, L'INCHIESTA ANTIDROGA
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CATANIA – Zona di guerra. Così si è trasformato viale Moncada 21 la notte dell’11 gennaio 2019. Almeno in quattro si sono appostati dietro le auto parcheggiate per poter sparare al momento opportuno alle loro prede. Appena Nunzio Tomaselli e Antonino Prussiano sono arrivati al parcheggio è partita una scarica di pallottole da ogni direzione. L’agguato però è fallito. I due sono rimasti feriti ma non in modo grave. Quando in lontananza si sono sentite le sirene della polizia è scattato il fuggi fuggi generale. Ma gli agenti della Squadra Mobile di Catania sono riusciti ad acciuffare tre fuggitivi e identificare vittime e alcuni sospettati. In via San Jacopo i poliziotti hanno bloccato Lorenzo Sgroi e Domenico Cuntrò e al Villaggio Sant’Agata – invece – Antonino Battaglia a cui gli sequestravano anche dei guanti in lattice. Guanti che lo hanno incastrato. Da una moto Honda SH 300 trovata in un locale di viale Moncada i poliziotti sono arrivati al nome di Michael Nicotra. 

Sono almeno 20 le pallottole repertate dalla Scientifica in quel quadrilatere d’asfalto. Durante il sopralluogo, i poliziotti hanno anche rinvenuto una sacca con un vero e proprio arsenale. E dalle indagini balistiche è risultato che alcune delle armi contenute in quel borsone abbandonato (o gettato) fossero state usate proprio nella sparatoria. Precisamente i colpi sono stati esplosi da una mitragliatrice, una pistola Uzi, una calibro 9 mm e un fucile automatico. Armi micidiali che, secondo l’inchiesta che ha portato agli arresti della scorsa settimana, servivano per dare una lezione a chi si sarebbe permesso di “sconfinare” i territori dello spaccio di Librino. Un’invasione di campo che poteva costare la vita a Tomaselli e Prussiano. Che però, sentiti dagli inquirenti, hanno fornito pochissime indicazioni utili alle indagini. 

I poliziotti hanno attivato una serie di intercettazioni a carico dei sospettati e fermati, in particolare Sgroi, Cuntrò, Battaglia e Nicotra. Alcuni commenti di Cuntrò hanno fatto alzare le orecchie agli investigatori:  “Minchia per quelli spacchio di guanti… perché a quest’ora non avevano niente”, ha detto. Dopo ha commentato il fatto che ai poliziotti sarebbe sfuggito “un soggetto di corporatura robusta”, ha annotato la gip.  “Non sono riusciti a prenderlo… meno male… meno male… perché altrimenti lo avrebbero preso..”, ha affermato ancora Cuntrò. E sempre in tema di “fuggitivi”, Sgroi parlando con Nicotra ha chiesto se la polizia avesse in qualche modo contattato “u picciriddu”. Ma la risposta è stata negativa.

Michael Nicotra però capisce che gli investigatori sono sulla pista giusta. “Comunque sanno già tutto”, ha commentato. Ancora più preoccupato l’indagato ha cercato di sfuggire all’esame dello stub strofindosi della cenere su “viso, narici, parti intime e bocca”. Tentativo inutile, perché lo stub ha rilevato particelle di polvere da sparo sulla sua mano destra, come anche nel piumino e nei guanti in lattice di Battaglia. Il cerchio è stato chiuso. E per i due è arrivato infatti l’arresto per tentato omicidio. 

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