Venti tonnellate di hashish in una nave: undici condanne

Venti tonnellate di hashish in una nave: undici condanne

Gli imputati ottengono uno sconto di pena in appello

PALERMO – La droga, 20 tonnellate di hashish, era destinata al mercato europeo dove sarebbe dovuta entrare attraverso la porta dei Balcani. Il maxi carico, però, era stato bloccato con un’operazione internazionale nell’agosto del 2018. Oggi la sentenza della Corte di appello che ha condannato tutti gli imputati, i quali hanno ottenuto uno sconto di pena.

Questa la ricostruzione degli inquirenti. L’ordine parte la mattina del 31 luglio dal Comando operativo aeronavale di Pratica di Mare. Bisogna perquisire la nave Remus battente bandiera panamense partita da Las Palmas (Gran Canaria) e diretta a Tuzia (Turchia), via Alessandria (Egitto). A bordo ci sono undici membri dell’equipaggio, tutti montenegrini.

Entrano in azione i pattugliatori “Monte Sperone” e “Cinus”, supportati da un aereo Atr 42 della sezione di Catania. Il comando tattico è affidato al Gruppo aeronavale di Messina che nel pomeriggio ottiene il supporto di un elicottero partito da Birgi. Alle 19:00 la nave viene abbordata da 19 militari a largo delle coste tunisine. Un’ora dopo lo sniffer, un apparato elettronico all’avanguardia, rileva tracce di cocaina nei boccaporti di accesso alle casse di stoccaggio del gasolio. Improvvisamente si registra un’avaria al motore quando la nave è a largo di Trapani. Secondo i finanzieri, l’avaria è stata provocata nel tentativo disperato di evitare i controlli. A questo punto la nave viene rimorchiata a Palermo dove Remus giunge la sera dell’1 agosto.

A coordinare le operazioni è la Direzione distrettuale antimafia di Palermo e i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria. Venti tonnellate di hashish vengono scovate dentro le cisterne, completamente ricoperte dal gasolio. Undici persone finiscono in carcere. Il Mar Mediterraneo si conferma piattaforma di traffici illeciti. Si ha l’impressione che ci sia la progressiva integrazione tra i traffici di armi, droga e clandestini. Si sviluppano tutti lungo la stessa rotta.

Ora le condanne: Marko Borozan (7 anni, ne aveva avuti 9), Ugljesa Kovacevic (5 anni, uno in meno), Vladimir Zivkovic (5 anni, uno in meno), Srdan Matijevic (5 anni, uno in meno), Stanko Tomicic (5 anni. uno in meno), Ljubomir Bakocevic (7 anni, 9 in primo grado), Milan Kovacevic (5 anni, un in meno), Dragoljub Mrgudovic (5 anni in meno), Vladmir Lipovina (5 anni), Bozidar Barovic (5 anni),Velimir Latkovic (5 anni, contro i nove del primo grado). Gli imputati erano difesi dagli avvocati Giovanni Castronovo, Raffaele Bonsignore, Silvana Tortorici, Alessandro Musso e Riccardo Bellotta.


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