La Cassazione conferma: "Il compagno Scrima non andava arrestato" - Live Sicilia

La Cassazione conferma: “Il compagno Scrima non andava arrestato”

Rigettato il ricorso della Procura

PALERMO – La Cassazione rigetta il ricorso della Procura contro la scarcerazione di Giuseppe Scrima, arrestato per mafia.

Si tratta del noto presidente della cooperativa “La Rinascita Picchettini” che ha ottenuto negli ani diverse commesse all’interno del cantiere navale di Palermo. Secondo l’accusa, sarebbe stato attraverso Scrima che il clan mafioso dei Fontana avrebbe controllato i lavori. Di lui aveva parlato il boss pentito dell’Acquasanta Vito Galatolo.

Un arresto che nel maggio dell’anno scorso suscitò scandalo, visto che Scrima, militante del vecchio Partito Comunista, aveva creato la coop proprio per contrastare il caporalato e le infiltrazioni mafiose dentro il Cantiere navale.

L’avvocato Tommaso De Lisi

Il Tribunale del Riesame annullò quasi subito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, accogliendo la richiesta del legale della difesa, l’avvocato Tommaso De Lisi. Quindi la Procura ha fatto ricorso in Cassazione, ora respinto.

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