Draghi e la continuità con Conte - Live Sicilia

Draghi e la continuità con Conte

Il discorso del nuovo premier e quello del suo predecessore a confronto.
SEMAFORO RUSSO
di
3 min di lettura

Stavolta Giorgia Meloni ha ragione, non quando con la furbizia del politico navigato afferma che il nuovo governo è buttato a sinistra, così lei si accredita definitivamente quale unica opposizione da destra spiazzando Lega e Forza Italia, ma quando sostiene l’assoluta continuità tra Giuseppe Conte e Mario Draghi. In effetti, ho ascoltato con attenzione il discorso del presidente del Consiglio al Senato e sebbene abbia omesso parecchi capitoli, vedi per esempio la prescrizione, probabilmente per non creare ulteriori divisioni nella variegata sua maggioranza, alla fine mi trovo pienamente d’accordo su quanto da lui esposto nei 51 minuti di lettura osservando, però, che l’intervento di Draghi è largamente sovrapponibile a quello di 55 minuti di Conte del 18 gennaio scorso alla Camera. Chi avrà la pazienza di riprendere su Internet quel discorso non potrà non convenirne. Temi come Costituzione, Europa, Atlantismo, Ambiente, Giovani, Donne, Mezzogiorno, Innovazione, Digitalizzazione ed altri, insieme alle strategie sulla pandemia in corso ovviamente, sono stati declinati dai due premier in maniera molto simile al netto dei toni usati. Del resto il grazie rivolto a Conte – “Ringrazio altresì il mio predecessore…che ha affrontato una situazione di emergenza sanitaria ed economica come mai era accaduto dall’Unità d’Italia” – non è pura cortesia, è l’onesto riconoscimento di un dato incontestabile. Puntuale è stato pure il rinvio a quanto fatto in materia di risorse europee (i famosi 209 miliardi): “Il precedente governo ha già svolto una grande mole di lavoro sul Programma di Ripresa e Resilienza (PNRR). Dobbiamo approfondire e completare quel lavoro che, includendo le necessarie interlocuzioni con la Commissione europea, avrebbe una scadenza molto ravvicinata, la fine di aprile”.

Sul piano vaccinale Draghi forse, ce lo auguriamo di cuore nel nostro interesse, incontrerà minori difficoltà perché il sistema si sta perfezionando e più corposo nei numeri sarà l’approvvigionamento delle dosi. La realtà dimostra, mi duole riconoscerlo ma ha ragione la Meloni, una sostanziale continuità nell’approccio ai problemi dei due governi, solo che stavolta i partiti saranno tenuti ai margini (e questa può essere una buona notizia o meno a seconda dei provvedimenti che saranno adottati dal nuovo Esecutivo e dal grado di effettivo, e non formale, coinvolgimento del Parlamento in nome della democrazia). Un esempio è la riforma fiscale che Draghi vorrebbe affidare a una commissione tecnica senza che Matteo Renzi, colui che aveva accusato Conte di voler estromettere le forze politiche dalla scrittura del Recovery Plan, abbia mosso una benché minima critica. Le reazioni dei leader politici, a tal proposito, si sono rivelate al limite della tragicommedia. Renzi, ormai ridotto all’irrilevanza per l’ampiezza della neo-maggioranza, non ha rilanciato nemmeno una delle sue pretese schiaffate in faccia a Conte (tipo Mes, delega ai Servizi di sicurezza, i 61 punti sul Recovery, ecc..); Salvini rischiando di rompersi l’osso del collo in acrobazia ha rinnegato tutto l’armamentario leghista diventando tra poco un fan di Carola Rackete e più europeista di Spinelli, Schuman e Adenauer; Berlusconi gioisce pensando, e secondo me sbaglia, che con Draghi se la può intendere meglio nella tutela dei suoi interessi economici. Sì, in effetti se la situazione non fosse terribilmente seria ci sarebbe da scompisciarsi dalle risate ad osservare la figura piccina che alcuni leader politici stanno offrendo all’esterno. Adesso, comunque, bisogna tifare per il governo Draghi e per l’Italia perché siamo in costante emergenza sanitaria ed economica, valutando nel merito gli atti concreti. Il resto, la natura politica o tecnica dell’Esecutivo e la durata, lo vedremo durante il cammino. Non dimentichiamo che il prossimo 3 agosto scatta il semestre bianco e da quella data non sarà più possibile sciogliere le Camere.

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