Venticinquenni intubati e giovani gravi: "Presto con i vaccini"

Venticinquenni intubati e giovani gravi: “Presto con i vaccini”

La situazione in trincea. Preoccupano i casi gravi tra i giovani. L'appello.
LA PANDEMIA IN SICILIA
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PALERMO- Poco più di una settimana fa, abbiamo preso in prestito un titolo storico per gridare il nostro “Fate presto”. Scrivevamo: ” ‘Fate presto significa non dormirci la notte: operare con risolutezza per avere i vaccini disponibili – qui il presidente Draghi dovrà dimostrare le qualità che tutti gli riconoscono – e, una volta, acquisite, somministrare dosi giorno e notte, senza riposo, senza ritardi e senza perdere un minuto’. E’ un appello che è stato rilanciato e moltiplicato da tutti, specialmente da chi lavora in ospedale e lotta contro il Covid. Fate presto. Ogni attimo di ritardo ha un costo altissimo di vite.

L’allarme dal pronto soccorso

I numeri del pronto soccorso Covid del ‘Cervello’ non sono terribili, come pure erano. Non ci sono, in questo momento, i trentacinque pazienti positivi che ricorrevano alle cure della struttura, guidata dal primario facente funzione, la dottoressa Tiziana Maniscalchi. Siamo sempre intorno ai venti casi, qualche volta di meno. Ma preoccupa la gravità di sintomi tra i giovani. Un fenomeno in crescita. Nei giorni scorsi è stato intubato un ragazzo di venticinque anni. Non mancano i quarantenni in condizioni critiche. “L’appello non cambia – dice la dottoressa Maniscalchi – è necessario vaccinare il più persone possibile, nel minor tempo possibile”. Un allarme rilanciato dal professore Antonio Cascio a LiveSicilia.it: “Avremo ancora tantissimi contagi, prima che con la vaccinazione sia raggiunta l’immunità di gregge. Fino ad allora, tutte le persone non ancora immuni rischieranno di essere contagiate”. 

E l’allarme della fondazione Gimbe

La fondazione Gimbe, presieduta dal siciliano Nino Cartabellotta, svolge un’opera di monitoraggio indipendente sulla pandemia. Le ultime cose che scrive, nel suo comunicato, non sono confortanti. “Anche questa settimana – dice proprio il presidente Cartabellotta – nonostante i dati riflettano i contagi avvenuti in un’Italia tinta di rosso e arancione, i nuovi casi non accennano a diminuire. E guardando ai dati regionali si rilevano segnali di incremento, favoriti dalla circolazione delle nuove varianti”. Il punto è ancora il vaccino: “Per rispettare la tabella di marcia delle forniture – spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari – entro fine marzo dovrebbero essere consegnate in media 1,45 milioni di dosi/settimana, a fronte delle quasi 600 mila attuali”. “Peraltro se da un lato vengono correttamente accantonate le dosi per il richiamo – aggiunge Cartabellotta – dall’altro nell’ultima settimana si rileva un rallentamento delle somministrazioni di quasi il 30%, possibile spia di difficoltà organizzative della campagna vaccinale fuori da ospedali e Rsa”. La parola d’ordine? Vaccinare, vaccinare, vaccinare.

La situazione delle vaccinazioni in Sicilia

Secondo il report ufficiale del Ministero della Salute, a oggi sono state somministrate 245.208 dosi su 337.635 consegnate. in Sicilia Si tratta di un dato cristallizzato, verosimilmente un po’ al ribasso rispetto alle cifre reali. Più di centomila sono i siciliani che hanno chiuso il cerchio e raggiunto l’immunità con le due dosi previste. Si sta procedendo a vaccinare le forze dell’ordine con AstraZeneca e si andrà presto a regime con il personale della scuola, in attesa di completare, con Pfizer e Moderna, l’immunizzazione degli over 80. “Stiamo lavorando per potere procedere a una fornitura autonoma di vaccini, che consenta in Sicilia di poterci muovere con più facilità per realizzare il piano di somministrazione che abbiamo immaginato il mese scorso – ha detto il presidente Musumeci -. Dobbiamo comprendere se questa iniziativa viene autorizzata dal governo centrale”. Comunque sia: fate presto.


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