Dai controlli alla sanità: l'Esercito impiega 10mila uomini - Live Sicilia

Dai controlli alla sanità: l’Esercito impiega 10mila uomini

Il Rapporto del 2020
CORONAVIRUS
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ROMA – Dal supporto per la quarantena per i nostri connazionali di rientro dalla Cina, a inizio febbraio dello scorso anno, all’attivazione delle prime zone rosse, poi i drive through per i tamponi e ora l’impegno per i vaccini. Nel 2020 l’epidemia di Covid ha imposto l’adozione di durissime ed eccezionali misure. La crisi ha visto e vede l’Esercito, impegnato in prima linea e il Rapporto Esercito 2020 ne ripercorre le tappe. “Tutto inizia più di un anno fa, a gennaio, quando abbiamo pianificato i nostri interventi in modo da dare il massimo contributo, dai primi casi dei turisti da Wuhan alle prime zone rosse”, ha spiegato il generale Salvatore Farina, capo di Stato Maggiore dell’Esercito, alla presentazione del rapporto: “Il 2020 verrà ricordato come l’anno del Covid, e noi, con tutte le Forze Armate, abbiamo prestato il massimo contributo, anche più di quanto ci è stato richiesto, e siamo riusciti a mantenere la piena operatività e in alcuni casi ad implementare l’attività, dai teatri all’estero a Strade sicure. Ad esempio i nostri sono stati i primi ad arrivare a Beirut, in Libano, sul luogo dell’esplosione al porto. E di questo sono molto orgoglioso”.

Sono circa 10mila gli uomini e le donne dell’Esercito che hanno prestato e prestano il loro lavoro per l’emergenza Covid: 1400 per l’operazione Igea, 8mila per Strade sicure, impiegati anche per le zone rosse, più personale medico. In un anno state oltre 1,8 milioni le persone controllate, e 372mila veicoli. Non solo, sono stati effettuati 1.759 interventi di sanificazione, anche in strutture assistenziali, per disabili e siti religiosi. Fin dalla prima fase dell’emergenza è stato disponibile un team medico, 10 task force, con 418 ufficiali medici e 491 sottufficiali infermieri.

“La sanità militare – sottolinea il generale Farina – si è dimostrata pedina di assoluto valore, in grado di alleggerire la pressione sul Servizio Sanitario Nazionale e di offrire un supporto concreto agli italiani”. Sono state messe a disposizione strutture come il Policlinico Militare del Celio, 152 posti letti ordinari, 52 in terapia intensiva, 749 pazienti trattati e l’impiego del laboratorio molecolare; il Centro Ospedaliero Militare di Milano, che mette a disposizione fino a 60 posti letto e ha curato 221 pazienti; gli ospedali da campo a Piacenza (poi impiegato anche a Beirut, a dimostrazione dell’estrema flessibilità) e a Crema (dove hanno operato i medici cubani), poi anche a Perugia, Cosenza e Aosta. Un impegno apprezzato dai cittadini, ha rimarcato Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes, perché “la fiducia nei confronti della Forze armate e di polizia è sempre altissima, al primo posto nel Rapporto Italia del nostro istituto”.

Sono gli ultimi giorni del generale Farina, da Capo di Stato maggiore, il mandato scade a fine mese. Il suo bilancio è che “l’Esercito è sano, pronto, coeso e al servizio del Paese. Il mio grazie va a chi si è dedicato a questo servizio, anche nel tempo libero. Un Esercito in crescita anche nell’anno del Covid”.

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