Dal capomafia della Kalsa alla figlia del boss: chi sono i 26 furbetti

Dal boss della Kalsa alla figlia del capomafia: chi sono i 26 furbetti

Tutti i nomi dei condannati per reati di mafia che hanno avuto il reddito di cittadinanza
REDDITO DI CITTADINANZA
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PALERMO – Antonino Lauricella, boss della Kalsa soprannominato lo scintillone, ha ricevuto dallo Stato oltre 7 mila euro. C’è anche il suo nome fra i 145 indagati per truffa e falso. Ha nascosto la sua condanna per mafia pur di incassare il reddito di cittadinanza. I soldi gli sono stati sequestrati dalla finanza su ordine del giudice per le indagini preliminari.

In carcere c’era finito il 12 settembre 2013. Era ricercato dal 2005 perché doveva scontare sette anni e mezzo di carcere. Gli agenti della sezione Criminalità diffusa della Squadra mobile lo avevano pedinato fino alla decisione di intervenire per le strade del mercato Ballarò. Provò a negare la sua identità, ma alla fine si complimentò con chi lo aveva ammanettato.

Volti noti e meno noti

Molti dei 145 indagati sono noti alle cronache giudiziarie. Gente con un cognome che conta nella mafia palermitana. Come Bartolo Genova, che è stato reggente del mandamento di Resutanna. Il pentito Manuel Pasta disse che Genova era stato estromesso dalla famiglia perché aveva organizzato un appuntamento con Gianni Nicchi senza averne l’autorizzazione.

Maria Vitale, figlia del capomafia di Partinico, Leonardo. Era stata condannata per mafia quando si è scoperto che portava gli ordini del padre fuori dal carcere e poi è finita dentro una storia di ricettazione. Anche lei ha ricevuto il reddito di cittadinanza. Potrebbe essere stata una strategia. Fingersi poveri non solo per ricevere il denaro, ma anche, o soprattutto, per evitare le indagini patrimoniali e salvare i beni nascosti dai sequestri.

Alessandro Brigati è stato un soldato dell’esercito mafiosi dei Fardazza di Partinico. Domenico Caviglia era uomo del pizzo agli ordini di Salvatore Lo Piccolo, capomafia di San Lorenzo. Se ne andava in giro a riscuotere la tassa di Cosa Nostra con un soprannome poco rassicurante, il vichingo.

Calogero Pillitteri, dell’Acquasanta ha rischiato grosso. Vito Galatolo ha raccontato che Vincenzo Graziano “lo voleva strangolare con le sue mani” per via di un affitto non pagato.

Tutti i nomi degli indagati

Ecco l’elenco completo degli indagati a cui è stata sequestrata la somma incassata e i reati per cui sono stati condannati in passato con sentenza definitiva: Giuseppa Amato (favoreggiamento, ha aiutato Gianni Nicchi durante la latitanza), Andrea Barone (furto e rapina aggravati dall’aver agevolato Cosa Nostra), Alessandro Brigati (associazione mafiosa, è stato reggente della famiglia di Partinico), Domenico Caviglia (associazione mafiosa ed estorsione), Salvatore Corrao (intestazione fittizia), Alessandro Cutrona (estorsione), Salvatore D’Anna (esercizio abusivo dell’attività di gioco), Giuseppe Di Bella (associazione mafiosa), Filippo Fiorellino (associazione mafiosa, faceva parte della famiglia di corso dei Mille), Bartolo Genova (associazione mafiosa), Salvatore Gioeli (associazione mafiosa, a Porta Nuova, dove è stato reggente, è soprannominato ‘Mussolini’), Salvatore La Puma (associazione mafiosa), Antonino Lauricella (associazione mafiosa), Francesco Licandri (estorsione), Tommaso Militello (estorsione), Filippo Pagano (associazione mafiosa), Michele Patti (associazione mafiosa), Calogero Pillitteri (associazione mafiosa ed estorsione), Salvatore Prestigiacomo (associazione mafiosa), Rosario Rizzuto (estorsione), Giovanni Rusticano (associazione mafiosa ed estorsione), Tommaso Sciacovelli (estorsione), Rosario Sgarlata (associazione mafiosa), Francesco Sorrentino (associazione mafiosa ed estorsione), Vincenzo Vallelunga (associazione mafiosa ed estorsione), Maria Vitale (ricettazione).


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