Ex Santa Marta e collina Monte Vergine, l'intervento di Anna Maria Pace

Ex Santa Marta e collina Monte Vergine, interviene Annamaria Pace

L'architetto interviene sulla riqualificazione dell'ex presidio ospedaliero.
VICE PRESIDENTE LEGAMBIENTE
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CATANIA – Non si placano le polemiche sul futuro dell’ex ospedale Santa Marta. La demolizione di parte dell’ex presidio ospedaliero Santa Marta ha avuto diversi strascichi polemici, tra contrari e favorevoli alla realizzazione di una piazza con elementi in cemento, contenente un’area verde davanti all’ex nosocomio Villermosa.

La posizione di Legambiente

L’architetto Anna Maria Pace è il Vice Presidente del Circolo Legambiente etneo. “La cementificazione ha determinato il cosiddetto fenomeno “isola di calore urbano”, nonché impermeabilizzato vaste porzioni di territorio, finendo per intaccare delicati equilibri nell’ecosistema – interviene Annamaria Pace. Che propone il verde contro il riscaldamento della città. “Una possibile forma di riduzione dell’isola di calore urbana consiste appunto nell’impiego della vegetazione, in virtù di un fenomeno proprio della fisiologia delle piante: l’evapotraspirazione, per la quale l’acqua contenuta nel terreno, per effetto della traspirazione dell’apparato fogliare, viene immessa nuovamente nell’aria determinando un consistente abbassamento della temperatura”.

Il ruolo dell’architettura

Annamaria Pace ha partecipato, dal 2003 e fino al 2005, all’elaborazione grafica del progetto Polo linguistico, di quello della Torre Biologica e delle residenze per conto dell’Università etnea. Ha collaborato, tra l’altro, ai rilievi architettonici dell’Anfiteatro di piazza Stesicoro e del Teatro Antico di via Vittorio Emanuele. “Il ruolo dell’architettura ha acquisito una fondamentale importanza – continua l’architetto Pace – nella dialettica di trasformazione urbana con la necessità di soddisfare il rispetto per l’ambiente, la tutela del territorio e, non ultimo, il rispetto della parte sociale urbana con un confronto aperto a tutti gli attori che vivono il territorio”.

Il progetto di riqualificazione

L’intervento per la demolizione selettiva e controllata del fabbricato prospicente su via G. Clementi all’angolo con via Santo Bambino nell’ambito di intervento di “riqualificazione” del presidio ospedaliero Santa Marta ha avuto l’autorizzazione nel mese di ottobre scorso e il finanziamento, 1.464.116,36, il 24 dicembre del 2020.

Ampliare la visione

“L’area dell’ex presidio ospedaliero Santa Marta sarebbe da inquadrare dal punto di vista urbano e non è il problema, solo, della demolizione di un “edificio” – aggiunge l’architetto Pace – bisognerebbe capire, sempre a livello urbanistico, che tutta la collina di Monte Vergine ha un valore storico-culturale e non solo per quanto riguarda il passato”.

Il Monte Vergine

Secondo le fonti storiografiche Catania fu fondata, all’incirca, nel 728 a.C. da coloni greci e dove l’abitato occupava una parte coincidente con la “collina di Monte Vergine” che ha avuto funzione di Acropoli. “La zona di Monte Vergine, nella quale è inserito l’ex presidio ospedaliero Santa Marta, ha un valore culturale molto attuale. In questa zona insistono diverse realtà che si occupano di turismo, di arte e di tanti aspetti sociali – continua Annamaria Pace – e c’è l’Università, grande polo attrattivo, insomma sono esistenti già sul territorio diverse realtà che potrebbero partecipare alla modifica e al miglioramento di quest’area. In questa zona, Monte Vergine, insistono già diversi spazi verdi, a esempio, dietro la chiesa della Purità in corrispondenza della scuola Manzoni e dell’ex Centro Sociale Experia e la zona dell’ospedale Santo Bambino. Aree, queste, che potrebbero essere messe in connessione come già avviene in diverse parti d’Europa”.

L’amministrazione

Il sindaco Salvo Pogliese ha preso atto dell’intervento delle varie ipotesi progettuali. “La riconsiderazione del progetto sull’ex ospedale Santa Marta, per quanto rispettabile, va rivista e sottoposta come base di discussione – dichiara Pogliese dopo la seduta del Consiglio Comunale di Martedi scorso – la questione della rigenerazione urbana dell’area dell’Antico Corso assume un ruolo rilevante nell’ambito delle scelte urbanistiche della nostra città”.

Il Piano Urbanistico Generale

Il PRG (Piano Regolatore Generale) sarà sostituito dal PUG (Piano Urbanistico Generale) e le linee guida di questo nuovo piano urbanistico sono:

il potenziamento del ruolo delle comunità locali nella gestione del territorio, la crescita e la conoscenza del territorio stesso e di tutti i suoi aspetti storici, sociali ed economici;

la salvaguardia del patrimonio naturale e dell’ambiente, la valorizzazione e il potenziamento del patrimonio insediativo e infrastrutturale già esistente.

“Speriamo in un coinvolgimento di tutti gli “attori” presenti sul territorio – continua Annamaria Pace – ormai in Europa i piani urbanistici sono attuati con la partecipazione attiva del tessuto sociale del quartiere interessato. Qualsiasi progetto, da quello più piccolo a quello più grande, passa dall’analisi delle esigenze del “committente”. In questo caso, in questi casi, il “committente” è la città stessa”.

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