Stipendi in ritardo, 300 lavoratori a rischio: il caso Pubbliservizi - Live Sicilia

Stipendi in ritardo, 300 lavoratori a rischio: il caso Pubbliservizi

Martedì l'incontro tra i sindacati e il sindaco metropolitano.

CATANIA – In casa Pubbliservizi regna l’incertezza. Tra stipendi che stentano ad arrivare e dubbi sullo stato dell’arte della procedura di concordato preventivo, i sindacati incassano la disponibilità del sindaco metropolitano di Catania Salvo Pogliese a incontrare le parti in causa per fare il punto della situazione. Una decisione che ha portato i sindacati ad annullare i sit-in di protesta in programma ma a confermare lo stato di agitazione dei dipendenti. 

I nodi da dirimere

Il futuro della partecipata, che opera nell’ambito della manutenzione stradale e degli edifici scolastici oltre che nel campo della prevenzione dal dissesto idrogeologico, tiene con il fiato sospeso circa trecentosessanta dipendenti. I sindacati nel frattempo chiedono a tambur battente di conoscere lo stato dell’arte del concordato preventivo che il nuovo Cda dovrà presentare pena il fallimento dell’ente. Due anni dopo il commissariamento della partecipata rimangono diversi nodi da dirimere. In primis i ritardi che da diversi mesi si registrano nei pagamenti. 

I ritardi accumulati e l’incertezza del futuro

Così Catalano Carmelo Catalano, componente della segreteria confederale della Ugl, tratteggia il quadro della situazione che inevitabilmente fa i conti con le conseguenze della trasformazione dell’ente provinciale. “Abbiamo chiesto chiarimenti sulle fatture che la Città Metropolitana deve mandare puntualmente a Pubbliservizi. Paradossalmente è come se Pubbliservizi sia figlia illegittima della provincia e che, a sua volta, la provincia sia figlia illegittima della politica perché funziona male”, argomenta. 

La tenuta economica dell’ente

Da qui una serie di reazioni a catena. “Registriamo così ritardi nel pagamento dei fornitori e la città metropolitana impone le penali che sono conseguenza del ritardo delle fatture che non consentono il pagamento puntuale dei fornitori. A pagare il prezzo di tutto questo sono i lavoratori”, spiega il sindacalista. Il commissario straordinario di Pubbliservizi, Maria Virginia Perazzoli, conferma le difficoltà ma rassicura sulla tenuta economica della partecipata sottoposta a una cura di razionalizzazione delle spese e nei fatti in buona salute.

“Società in attivo”

“Il sindaco darà spiegazioni sul ritardo dei pagamenti perché in questo momento l’unico problema che può avere Pubbliservizi riguarda il ritardo dei pagamenti da parte della Città Metropolitana. Per il resto la società è in attivo, abbiamo accompagnato alla pensione trenta persone e nell’immediato lo faremo con altre quattro o cinque. Poi nel corso dei prossimi due anni andranno in pensione un’altra decina di persone quindi il costo del personale è stato ridimensionato senza nessun licenziamento”, spiega Perazzoli.

Il concordato e l’assenza di notizie

E il concordato? Su questo il commissario tira in ballo il nuovo Cda. “Il concordato non dipende da me ma dal Cda che è stato nominato di recente. Finché c’è stato l’amministratore il concordato era andato avanti e aveva nominato un consulente. Adesso si è fermato tutto: non ho avuto più notizie del concordato. Mi auguro che lo stiano mandando avanti anche perché da questa procedura si esce soltanto con il concordato: l’alternativa è solo il fallimento e credo che nessuno lo voglia. Non credo che Catania in questo momento possa permettersi 350 famiglie licenziate”, argomenta.

L’iter

“Questa ipotesi non ho mai voluta prenderla nemmeno in considerazione. Adesso la palla va al Cda. Del resto, il Cda è come quello dell’Ilva: non esiste”, aggiunge il commissario. “E’ in amministrazione straordinaria e non ha nessuna funzione, l’unica funzione residuale che ha è quella di proporre il concordato ai creditori naturalmente con l’appoggio del finanziamento della Città Metropolitana. Il Ministero ha approvato il piano di ristrutturazione dando delle direttive precise a Città Metropolitana. Spero ci si vogliano attenere”, sottolinea.  Il riferimento è  al decreto del Mise del 5 novembre 2020 in cui si mette nero su bianco “l’insussistenza di fattibili alternative all’individuato percorso basato sulla ristrutturazione attraverso il concordato”.

Le richieste dei sindacati

Chi resta in attesa di informazione più dettagliate riguardo al lavoro di messa a punto del concordato è l’Ugl. “Non abbiamo notizie del concordato. Gli stipendi stentano ad arrivare e le forniture sono a singhiozzo, mentre dal committente giungono penali e sul fronte concordato preventivo c’è poca chiarezza”, dice Catalano. “Il commissario è stato attento nella gestione e il taglio agli sprechi ma lei si occupa della parte organizzativa, adesso tocca alla parte politica cioè il Cda. Da quello che sappiamo Pubbliservizi è in equilibrio in termini economici quindi il lavoro sta pagando, ma ci troviamo sempre alle prese con i ritardi dei pagamenti. Mi chiedo come mai”, chiosa il sindacalista descrivendo una situazione di evidente impasse. Martedì l’incontro con il vertici della Città Metropolitana sarà l’occasione per fugare tutti i dubbi del caso.

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