Bookshop e caffetterie nei musei: Pogliese apre ai privati - Live Sicilia

Bookshop e caffetterie nei musei: Pogliese apre ai privati

"Privatizzazioni? Una bufala".

CATANIA – “Una bufala parlare di privatizzazioni, si tratta semmai di rendere più efficiente l’esistente, ma sotto il rigido controllo Pubblico”. Il sindaco Salvo Pogliese attende con ansia che il consiglio comunale possa approvare prima possibile il piano di esternalizzazione nella gestione dei musei catanesi. Tecnicamente abbiamo a che fare con “l’affidamento in concessione per cinque anni della gestione dei servizi aggiuntivi (il bookshop, la caffetteria e servizi di guida e accoglienza pubblico, ndr) e dei servizi di biglietteria” all’interno di un piano più vasto di integrazione dell’offerta culturale cittadina. Offerta che, annuncia Pogliese a LiveSicilia, presto sarà allargata anche ai plessi – con un protocollo ad hoc – della Città Metropolitana (Museo dello Sbarco e del Cinema).

Il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Castiglione, ha deciso che arriverà martedì 2 marzo il dibattito in aula sul documento predisposto da Paolo Di Caro, direttore della direzione Cultura, su impulso dell’assessora Barbara Mirabella.

Gli obiettivi

Catania ci prova a fare quello che in altre città, italiane e non, è realtà da tempo. Con un biglietto museale unico e acquistabile “finalmente on-line”. Un modo per superare un’offerta turistica carente e spesso contrassegnata dai troppi cartelli ‘closed’ che hanno lasciato perlomeno perplessi (per non dire altro) turisti e avventori. “Senza guardare troppo lontano, abbiamo preso spunto dal lavoro di Officine Culturali all’interno dell’ex Monastero dei Benedettini”, spiega Pogliese sorridendo (probabilmente pensa alle contese politiche giovanili che lo hanno contrapposto a chi gestisce oggi il servizio).

“Già nel nostro programma elettorale abbiamo scritto della nuova gestione dei plessi museali, una proposta figlia dei tavoli di confronto con gli operatori del settore”, spiega ancora Pogliese. L’obiettivo, come detto, è l’efficientamento di un settore e “la possibilità di creare nuova occupazione giovanile. Senza andare lontano, la stessa cosa ha portato a un amento dei ricavi pari al 35% per la Valle dei Templi di Agrigento e l’immissione nel mercato del lavoro di ragazzi che altrimenti sarebbero andati altrove”.

Personale ridotto

Salvo Pogliese parla di una “iniezione di ottimismo per Catania”. Il nuovo piano risulta però necessario anche per l’assottigliamento della pianta organica comunale. Perché Palazzo degli Elefanti deve fare i conti con la fragilità dei numeri del personale. Personale che sarà presto “insufficiente – si legge nella proposta di Deliberazione al vaglio dei consiglieri di Palazzo degli Elefanti – a causa degli imminenti pensionamenti all’interno dell’Ente delle specifiche professionalità necessarie non solo per poter svolgere direttamente tali funzioni, ma anche per poter ponderare e valutare compiutamente tutti gli aspetti dell’attività”.  

La Cgil

Intanto la Cgil catanese chiede chiarimenti all’Amministrazione comunale. “Non è possibile privatizzare la gestione dei musei senza che la città comprenda a quali cambiamenti e a quali dinamiche sociali ed economiche andranno incontro”, scrivono i vertici catanesi del sindacato guidato da Maurizio Landini. “La Cgil non è contraria a priori alla gestione dei privati ma non crede alle soluzioni calate dall’alto. Il rischio è che ne paghino un prezzo salato  prima di tutto i lavoratori, ma anche la città, in senso più ampio”.

Nello specifico, alle Cgil di Catania non convince la comunicazione del sindaco Salvo Pogliese che nei giorni scorsi ha descritto  il 2021 come “l’anno del rilancio della rete museale con l’affidamento esterno della gestione dei servizi che nei prossimi giorni approderà in consiglio comunale per allinearci finalmente alle altre grandi città italiane”.

I poli

Il piano riguarda il museo civico con sede al Castello Ursino, il museo Vincenzo Bellini ed Emilio Greco, la chiesa di San Nicolò l’Arena, l’ex Convento di San Placido (complesso Platamone) sede dell’Assessorato e della direzione Cultura oltre che dei maggiori eventi culturali della città, dalla Cripta di Sant’Euplio e dal Palazzo di Città (prima visitabile solo occasionalmente). Ma anche due poli che devono essere ancora attivati: quello di via Crociferi (Museo Egizio, Museo della Città e uno spazio dedicato alle mostre temporanee) e quello del Monastero di Santa Chiara (che ospiterà il museo dei pupi e il deposito visitabile del museo civico di Castello Ursino). 

Costi e ricavi

Secondo i piani dell’Amministrazione, l’esternalizzazione non comporterà nessuna spesa aggiuntiva per le casse comunali, semmai il contrario: “La cessione a terzi della realizzazione e gestione dei servizi aggiuntivi comporterà – si legge ancora nella proposta di deliberazione – introiti e nessun rischio di impresa per l’amministrazione, in quanto l’impresa concessionaria del servizio dovrà farsi carico dei costi per l’allestimento e la gestione dei servizi”.

Secondo lo studio di fattibilità effettuato, il Comune potrà attivare “nuovi flussi di ricavi in grado di poter apportare tassi crescenti di contribuzione dei costi sostenuti che andranno presumibilmente dal 32% nei primi due anni al 52% a regime al terzo anno, nell’ipotesi di flussi turistici costanti”. 


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