"Assente ma pagata", dottoressa condannata a restituire i soldi

“Assente ma pagata”, dottoressa condannata a restituire i soldi

La donna, chirurgo infantile, deve sborsare 130 mila euro
CORTE DEI CONTI
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PALERMO – La condanna diventa definitiva. Il chirurgo Teresa Piccolo è stata condannata in appello dalla Corte dei Conti a restituire 130 mila euro all’Asp di Messina.

Secondo l’accusa, nel triennio 2013-2015 ha ottenuto stipendi e rimborsi attività per un’attività che non ha svolto.

In particolare, in base a una convenzione la dottoressa Piccolo,
specialista in Chirurgia infantile, avrebbe dovuto assicurare la
propria presenza in diversi ambulatori della provincia per un numero prestabilito di ore settimanali.

In realtà, dalle indagini dei finanzieri di Sant’Agata di Militello, emergeva che la professionista “attestava falsamente la sua presenza nei vari
ambulatori,
non effettuava le visite previste e, quando richiesta,
giustificava la sua assenza dichiarando di essere impegnata
presso alcuni Istituti scolastici della zona, per effettuare visite
ambulatoriali agli alunni, nell’ambito di progetti di medicina
preventiva”.

Ed invece i responsabili dei presidi sanitari e ambulatoriali hanno dichiarato di averla vista “soltanto sporadicamente”, mentre Giovanni Puglisi, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asp di Messina, ha smentito che il chirurgo fosse impegnato in un progetto di Medicina preventiva.

La finanza, inoltre, aveva accertato la falsificazione di fogli
di presenza. Alcuni giorni risultava presente contemporaneamente in due luoghi diversi. In altri, seppure assente, ha percepito ugualmente l’indennità.

La difesa ha parlato di “affrettate conclusioni circa la mancanza della presenza fisica del deducente nel presidio ospedaliero di Sant’Agata di Militello”, mentre il Telepass avrebbe confermato i suoi spostamenti per raggiungere i luoghi di lavoro. In ogni caso, secondo la difesa, sarebbe stato opportuno attendere l’esito del processo penale in corso. Ed invece la sezione di appello presieduta da Giuseppe Aloisio ha accolto la richiesta di condanna avanzata dalla Procura regionale.

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