Tar, centri estetici come acconciatori: l'appello di Unimpresa

Centri estetici come acconciatori: l’appello di Unimpresa

Secondo l'associazione, la decisione del Tar del Lazio potrebbe essere estesa a tutto il territorio nazionale.

CATANIA – Sin dal principio i titolari dei centri estetici di fronte ad DPCM la cui validità si concluderà il 5 marzo, in attesa di nuove disposizioni, hanno protestato per quella che è stata definita una “discriminazione senza alcun fondamento logico” rispetto agli acconciatori. In zona rossa, infatti, mentre gli estetisti hanno dovuto fermarsi, secondo il decreto in atto, i parrucchieri hanno potuto lasciare le attività aperte: «Una vera ingiustizia – dichiara Salvo Politino, presidente regionale Unimpresa – Assoesercenti Sicilia -, visto che in entrambi i casi viene garantita la sicurezza dell’utenza ed osservata ogni norma di prevenzione, sia dai lavoratori che dalla clientela, ricevuta su appuntamento. Inoltre, recentemente, con la sentenza n.1862/2021 il Tar del Lazio ha equiparato i centri estetici agli acconciatori e ne ha eliminato l’obbligo di chiusura in zona rossa».

Ovviamente, la sentenza, non applicabile al momento all’intero territorio nazionale, vista la suddivisione in fasce di colore, contiene principi di carattere generale destinati a diventare un precedente. Unimpresa – Assoesercenti regionale, infatti si pone degli interrogativi su ciò che verrà stabilito nell’imminente futuro, in quanto si parla di un eventuale ritorno alla zona rossa. A livello nazionale si intende chiedere al Governo di tenere conto della sentenza, in sede di emanazione di provvedimenti successivi al 5 marzo prossimo, data di scadenza del DPCM attualmente in vigore e di considerarla come indicazione di massima, al fine di non discriminare i due settori, molto simili tra loro. A livello locale si chiede alla Regione Siciliana di valutare la questione: «L’estetica ha gli stessi diritti di parrucchieri e barbieri – commenta Tiziana Vernuccio, di Unimpresa – Assoesercenti settore estetica e benessere e titolare dell’istituto “Lati Estetici”-. Nel momento in cui verranno chiuse nuovamente le attività, di fronte ad un’eventuale zona rossa, il nostro settore continuerà a risentirne, in quanto il lusso non è considerato priorità, ma benessere. Ad oggi registriamo meno clientela perché non ci sono cerimonie, matrimoni e altri eventi, i nostri guadagni sono diminuiti, mentre affitti e tasse da pagare sono rimasti invariati. Per questo siamo totalmente contrari a una chiusura per zona rossa, anche perché noi operiamo in totale sicurezza».

Sulla sentenza del Tar, Tiziana Vernuccio aggiunge: «La sentenza dovrebbe essere applicata ovunque. Se domani si ripeterà la chiusura dei centri estetici e l’apertura degli acconciatori torniamo a definire discriminatorio questo atteggiamento. E chiediamo – conclude l’esponente Unimpresa – Assoesercenti -, anche per il futuro, identici trattamenti di un parrucchiere o di un barbiere. Sono pronta a battermi a nome dei centri estetici, vogliamo che i nostri diritti, in una situazione emergenziale come quella attuale, vengano tutelati».

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