Il brutto segnale di Musumeci sui rifiuti - Live Sicilia

Il brutto segnale di Musumeci sui rifiuti

Non si manda via per ragioni legate agli equilibri politici chi secondo molti ha operato al meglio in uno dei settori più complicati e insidiosi.
SEMAFORO RUSSO
di
3 min di lettura

Qualcuno in Sicilia ancora pensava che gli assessori regionali, qualunque sia la bandiera issata sul pennone di Palazzo d’Orleans, sono scelti o rimossi sulla base di meriti e demeriti? Detto in confidenza non credo, ma se per caso vi fosse basterebbe la vicenda dell'(ex ormai) assessore all’Energia e ai Servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon, a fargli cambiare idea. Il presidente della Regione Nello Musumeci con la tardiva scusante del rispetto della parità di genere, dopo aver liquidato l’unica donna in Giunta, Bernardette Grasso, ha chiesto al tecnico veneto Pierobon le dimissioni e all’Udc, suo partito di riferimento, il nome di una donna per sostituirlo. Sarà la professoressa Daniela Baglieri, sicuramente un’ottima persona, già conosciuta nell’ambiente politico, ma il punto non è questo. Il punto è che non si manda via per ragioni legate agli equilibri politici di una maggioranza fragile e di un Esecutivo mentalmente in costante “rimpasto” chi secondo molti ha operato al meglio in uno dei settori più complicati e insidiosi, quello dei rifiuti. Un settore oggetto di private bramosie, pesanti inchieste giudiziarie e in perenne stato emergenziale a causa della colpevole inettitudine della classe politica siciliana, di destra, di centro e di sinistra. Non si fa.

Non è servita la presa di posizione dell’Associazione dei Comuni siciliani attraverso il presidente Leoluca Orlando: “Da sempre il settore dei rifiuti è particolarmente delicato e le scelte che ricadono sull’assessorato sono cruciali per gli enti locali e richiedono grande equilibrio e trasparenza…la carenza di impianti sul territorio continua a determinare speculazioni e costi elevati per i comuni e di conseguenza per cittadini e imprese. In questi anni con l’assessore Pierobon si sono fatti passi importanti e le definizione di un piano regionale dei rifiuti costituisce un traguardo importante. Riteniamo fondamentale che su tale settore l’attuale assessore abbia dato importanti garanzie di trasparenza e correttezza…e riteniamo che, prima di ogni altra valutazione, tali valori debbano essere preservati”. No, non è servita a nulla, Pierobon deve comunque fare le valige, lo impone il manualetto Cencelli in versione sicula, lo impone la logica delle segreterie di partito assai lontana, lo sappiamo da decenni, dalla logica dell’interesse pubblico. Il paradosso, quasi la beffa, l’apoteosi della politica ridotta a contraddizione assoluta, è espresso da Eleonora Lo Curto, capogruppo all’Ars dell’Udc: “Alberto Pierobon ha svolto un lavoro incessante…La sua straordinaria competenza, e certamente anche il suo profilo di tecnico, hanno portato a risultati importanti che tolgono la Sicilia dalla black list delle regioni non in grado di governare il sistema dei rifiuti”. Insomma, è stato talmente bravo da meritare il licenziamento, ottimo esempio di coerenza tra premesse e conseguenze. Non è un bel segnale quello dato dal governo Musumeci, è, al contrario, un vulnus inferto ai principi della buona politica, uno stop quanto meno inopportuno al percorso virtuoso intrapreso in materia di acqua e rifiuti che adesso, indipendentemente dalle capacità che diamo per scontate di chi siederà sulla poltrona assessoriale, dovrà ricominciare daccapo perdendo tempo prezioso e, forse, risultati faticosamente già conseguiti. Non ci resta che augurare buon lavoro alla nuova assessora chiedendole di andare avanti con uguale determinazione, da subito, facendo propri i metodi usati e gli obiettivi positivi finora raggiunti.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI