"Aliquò, magistrato che non amava il protagonismo"

“Aliquò, magistrato che non amava il protagonismo”

Il ricordo di un collega del giudice morto all'età di 84 anni

È morto all’età di 84 anni il magistrato Vittorio Aliquò. Cordoglio è stato espresso dalla giunta distrettuale dell’Anm che ne ricorda “con gratitudine le esemplari doti di professionalità e signorilità”.

Aliquò era nato a Palermo nel 1936, aveva prestato servizio in magistratura dal 1961 al 2009, prima a Siracusa, poi a Palermo. È stato Procuratore aggiunto, avvocato generale alla Corte d’Appello e per vari periodi facente funzioni di procuratore generale.

Affidiamo il suo ricordo alle parole del giudice del Tribunale di Palermo, Nicola Aiello.

“Vittorio Aliquò per noi sostituti procuratori degli anni ‘90 è stato un punto di riferimento sicuro, un maestro di suggerimenti tecnici e umani e non credo di sbagliarmi se affermo che per molti di noi è stata una figura paterna.
Quando entravamo nella stanza di Vittorio ci sentivamo protetti dalla sua esperienza e dal suo coraggio.
I suoi insegnamenti, coniugati alla sua pacatezza emotiva e al dovere del magistrato di apparire il meno possibile, hanno limitato gli eccessi narcisistici di me, giovane magistrato.
Parlare mezz’ora con Vittorio Aliquò è stato più utile di qualsiasi corso di deontologia professionale, ci metteva in guardia dalla tentazione del potere e del protagonismo.
Una volta lamentai l’assenza di auto blindate e di autisti per i giovani sostituti procuratori e mi rispose che non è da questo che si vede un buon magistrato.
Vittorio Aliquò era, prima di tutto un uomo, dagli autentici valori religiosi e amava la sua famiglia.
Vittorio era una persona dotata di estrema sensibilità.
Ricordo il suo turbamento al ritorno dall’interrogatorio di un uomo che si tolse la vita poco dopo.
Mi suggerì di vedere un film di Alberto Sordi: “Detenuto in attesa di giudizio” e di riflettere sulle conseguenze devastanti che possono avere gli errori dei magistrati.
Nel porre le condoglianze alla sua famiglia vorrei rivolgermi anche a lui: Addio, Vittorio, addio alla tenerezza del tuo sorriso e dei tuoi occhi puliti.
Sono certo che ti rivedrò un giorno”.

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