Mediterranea risponde alle accuse: "Dalla Procura crociata anti-Ong"

Mediterranea risponde alle accuse: “Dalla Procura crociata anti-Ong”

"Contro di noi una macchina del fango"
MIGRANTI
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PALERMO – La procura di Ragusa punta “a colpire la pratica del soccorso civile in mare che Mediterranea promuove dal 2018”; il procuratore “ha più volte esternato pubblicamente la sua crociata contro le Ong”. E’ “una macchina del fango che tante volte abbiamo visto in azione nel nostro paese. Idra social shipping (l’armatore della Mare Jonio, ndr) non ha mai fatto nulla di illegale e lo dimostrerà presto nelle sedi competenti”. Così Mediterranea saving humans sull’inchiesta aperta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sul trasbordo di 27 migranti dalla nave Maersk Etienne sulla Mare Jonio, che opera per conto di Msh.

Il procuratore di Ragusa, Ricorda Mediterranea, “è arrivato a sostenere che ‘bisogna che non passi l’idea che sottrarre i migranti dalle mani dei libici possa essere una cosa consentita’. Quello di oggi è un vero e proprio teorema giudiziario, in cui si ipotizza che le attività di soccorso e salvataggio siano preordinate allo scopo di lucro. La ‘macchinazione’ ipotizzata è talmente surreale da rendere evidente quale sia il primo e vero obbiettivo di questa operazione: creare quella ‘macchina del fango’ che tante volte abbiamo visto in azione nel nostro paese, dal caso di Mimmo Lucano alle inchieste di questi giorni contro chi pratica la solidarietà ai migranti che attraversano la rotta balcanica, e sparare ad alzo zero contro chi come noi non si rassegna al fatto che da inizio gennaio ad oggi siano già centinaia le donne, uomini e bambini lasciati morire nel Mediterraneo, e si contino già a migliaia i catturati in mare e deportati nei campi di concentramento libici, finanziati con i soldi dell’Unione Europea e dell’Italia”.

“Le perquisizioni – prosegue la ong – cercano ‘prove’ perché in realtà l’accusa, nonostante migliaia di ore di intercettazioni telefoniche e ambientali, si fonda solo su congetture che si scioglieranno presto come neve al sole. La vicenda in esame riguarda il soccorso prestato ai 27 naufraghi della Maersk Etienne che da 38 giorni erano abbandonati in mezzo al mare tra Malta e Lampedusa, a bordo della portacontainer che li aveva tratti in salvo. Fu definito la ‘vergogna d’Europa’ quel disumano abbandono, il più lungo stand – off che si ricordi per dei naufraghi che in teoria, secondo ciò che impongono le Convenzioni Internazionali, avrebbero dovuto raggiungere ‘tempestivamente’ un porto sicuro”. Mediterranea, conclude, “non si fermerà a causa di questo attacco, triste e prevedibile, e continuerà ad essere in mare, lì dove i crimini che vengono commessi e sono quelli di strage, tortura, stupri, sevizie”.

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