La sfida nel quartiere dei boss: bando sui beni confiscati - Live Sicilia

La sfida nel quartiere dei boss: bando sui beni confiscati

"Si tratta di immobili su cui non si può fallire perché rappresentano la vittoria dello Stato sulla criminalità”, dice l'assessore Michele Cristaldi.

CATANIA – Da simboli del potere mafioso a oasi destinate alla promozione sociale. La Giunta Pogliese punta l’obiettivo sull’assegnazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, lanciando un doppio bando per la gestione di una bottega in via Delle Calcare, a San Cristoforo, e di un appartamento in via Anapo, in zona Lungomare. Soltanto un anno fa, il procuratore capo Carmelo Zuccaro chiedeva all’Amministrazione comunale di fare presto. Nelle scorse settimane, il sindaco ha assegnato una delega ad hoc al forzista Michele Cristaldi. 

L’affidamento

“La priorità che il sindaco mi ha consegnato – spiega l’assessore a Live Sicilia – è quella di velocizzare i bandi per la concessione a uso gratuito dei beni confiscati, bandi che si rivolgono al mondo dell’associazionismo e del volontariato”. In beni saranno in affidamento per sei anni e senza oneri per gli enti di promozione sociale. “Nell’assegnarli, valuteremo la qualità della proposta progettuale, badando soprattutto alle possibili ricadute in positivo sul territorio, nonché alla coerenza delle stesso progetto circa le indicazioni fornite dall’Amministrazione”. 

I due bandi sono già on-line sul sito del Comune e sono stati redatti sulla base del regolamento approvato dal consiglio comunale nel 2014. Da allora, però, soltanto un immobile è stato messo a bando per l’affidamento. Perché un ritardo così lungo? “C’è un problema – spiega Cristaldi – sicuramente connesso allo stato degli immobili. Che, in alcuni casi, necessitano di interventi di ristrutturazione. Oppure perché sono ancora occupati”.

“Velocizzare”

La parola d’ordine è dunque non-perdere-tempo. “A noi interessa velocizzare – continua l’assessore – per questo abbiamo sùbito rotto il ghiaccio con due bandi. Si tratta di immobili su cui non si può fallire. Perché rappresentano la vittoria dello Stato sulla criminalità organizzata”.

Per Cristaldi si tratta di un impegno non solo amministrativo, ma anche morale. “Oggi l’Amministrazione vuole mandare un segnale forte. E io, che sono l’assessore più giovane di questa giunta, – continua parlando con LiveSicilia – devo far presente ad altri giovani che quella della criminalità è una strada senza sbocco. Qui non si tratta di un qualsiasi altro immobile del patrimonio comunale, si tratta di proprietà dal valore simbolico altissimo”.

La mappatura impossibile

Quello dei beni confiscati, almeno nel territorio catanese, è un dossier su cui è difficile procedere con certezza. “Abbiamo già avviato la ricognizione – spiega ancora – ma è improprio parlare di una mappatura precisa, perché spesso abbiamo a che fare con particole. Ogni immobile ha una storia a sé e all’interno di alcuni di essi ci sono addirittura anche parti abusive”. 

Uno dei due beni a bando è all’interno di un quartiere ritenuto storicamente roccaforte dei clan. Come proteggere le associazioni e volontari che li gestiranno? “Intanto – dice Cristaldi – speriamo che non ci saranno problematiche in tal senso. Il lavoro di protezione sarà svolto puntualmente dalle forze di polizia sotto il coordinamento della Prefettura. Il nostro ruolo sarà invece, ma lo stiamo già facendo, quello di creare una rete con dentro tutti coloro che hanno in gestione i beni confiscati, affinché nessuno si senta isolato”. 


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