L'omicidio di Valentina Salamone: Appello, la parola alla difesa - Live Sicilia

L’omicidio di Valentina Salamone: Appello, la parola alla difesa

Tutti i punti affrontati dai legali di Nicola Mancuso, già condannato in primo grado.
IL PROCESSO
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CATANIA – È arrivato il turno della difesa nel processo d’appello sull’omicidio di Valentina Salamone. Nicola Mancuso in primo grado è stato condannato all’ergastolo. E la Procura Generale ha chiesto la conferma della sentenza. Gli avvocati Rosario Pennisi e Salvatore Burzillà hanno discusso nell’arco di due udienze. E al termine dell’arringa hanno chiesto l’assoluzione del loro assistito.

Sulla prova genetica l’avvocato Pennisi ha contestato quanto scritto nella sentenza di primo grado ed ha ribadito  che l’operato dei Ris in merito alla prima consulenza è stato criticato dai periti collegio Tagliabracci. Il difensore, inoltre, ha ripercorso la fase cautelare facendo precisi e puntuali riferimenti a quanto contenuto nelle sentenze della Cassazione e in quella del Tribunale del Riesame che hanno portato all’annullamento dell’ordinanza del gip. Per il difensore l’esperimento giudiziale dei Ris eseguito attraverso la visione dei filmati è stato sviluppato in modo errato, così come non corrette – sempre secondo Pennisi – sono state le misurazioni eseguite.

Nel corso dell’udienza di ieri, il difensore ha evidenziato come non vi sia certezza sull’orario della morte. La sentenza –  a parere dell’avvocato Pennisi – non motiva sul punto e lo fa coincidere al momento in cui Mancuso non è più agganciato col telefonino. Una parte dell’arringa poi è stata dedicata ai “tanti e troppi interrogativi sulla presenza del presunto complice. La sua presenza è inspiegabile – ha spiegato il difensore – in un delitto d’impeto”. Per Pennisi “nessuno avrebbe rischiato la sua vita al solo scopo di salvare il matrimonio di Mancuso”. Il focus finale è stato dedicato alla consulenza dei periti del pg che per l’avvocato presenta diverse discrepanze. Inoltre per Pennisi “tutti i mezzi di prova favorevoli all’imputato – o comunque neutri – sono diventate prove contro Mancuso”.  Il processo è stato rinviato al 19 aprile per eventuali repliche delle parti e sentenza. 

Valentina Salamone è stata trovata morta, legata a una corda come se fosse impiccata, in una villetta di Adrano una mattina dell’estate del 2010. In un primo momento il caso era stato archiviato per suicidio. Ma dopo una battaglia della famiglia, la Procura Generale ha avocato l’indagine che ha portato Nicola Mancuso alla sbarra e poi alla condanna in primo grado. 

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