CATANIA – La decisione del premier Mario Draghi di rinviare in autunno tutte le competizione elettorali amministravi getta nuovamente nel caos Tremestieri etneo. Sì, perché salvo decisioni last-minute del presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, domenica prossima si apriranno i seggi ai piedi del Vulcano. Una tornata, va da sé, che resterà negli annali per i troppi rinvii connessi all’emergenza Covid e al caso firme. Intanto la campagna elettorale è divisa sulla richiesta di ricalendarizzare il voto.
“La barzelletta d’Italia”
È dunque Musumeci il protagonista, ob torto collo, di questa di fase. Gli occhi sono puntati alla giunta regionale di martedì prossimo. Ma non ci sono conferme ufficiali che la questione sarà messa all’ordine del giorno. “Rischiamo di diventare la ‘barzelletta’ d’Italia. Il presidente della Regione si esprima in modo chiaro sulla imminente tornata elettorale a Tremestieri Etneo. Ci sarà un ulteriore stop o si voterà regolarmente?” Lo chiede Santo Nicosia, candidato sindaco dell’area cattolica, che sollecita un intervento immediato del governatore siciliano.
“Su tutta questa vicenda – aggiunge – mi sorprende il silenzio degli altri due competitor, Santi Rando e Simona Pulvirenti (M5s), per i quali evidentemente il problema non esiste oppure, e verosimilmente è così, l’interesse politico ha la priorità su tutto il resto”.
Frattura a Palazzo
Intanto le istituzioni comunali si spaccano. Il presidente del consiglio comunale Ferdinando Smecca, che negli ultimi mesi ha lasciato l’area della maggioranza guidata dal sindaco Rando pur rimanendo congelato nei confini del perimetro della coalizione che lo sostiene, alza la mano e chiede un intervento da Palermo. “Su Tremestieri Etneo sono stati fatti troppi errori – scrive in una nota controfirmata dai consiglieri Giancarlo Torre e Giovanni Pappalardo – È il momento di prendere una decisione forte e chiara”.
Smecca solleva inoltre una questione in filigrana: dovesse essere rinviato il voto in autunno, l’amministrazione in carica dilaterebbe ulteriormente, e in maniera assai eccezionale, il mandato quinquennale (già scaduto la scorsa primavera). “Occorre rinviare subito le elezioni, attraverso un provvedimento urgente, e commissariare tempestivamente il Comune. Giunta e Consiglio non hanno, ormai da tempo, la legittimazione democratica”.
L’area Rando
Prendono posizione anche Rando, la Giunta e i consiglieri della sua maggioranza, che intanto marcano la distanza dal presidente del senato cittadino. La linea ufficiale è quella di andare al voto. Sùbito. Il motivo è in primo luogo sanitario: “Rispetto al mese di gennaio – scrivono – i contagi in Sicilia sono ulteriormente diminuiti tanto da passare da zona arancione a zona gialla, addirittura tendente al bianco, come recentemente auspicato anche dal presidente della Regione stesso”.
Chiudere la vicenda elettorale, diventa per Rando una questione di rispetto delle regole democratiche. “L’espressione del voto – scrivono – costituisce oggetto di un diritto inviolabile e permanente dei cittadini, attraverso cui si manifestano la sovranità popolare e la stessa dignità dell’uomo, sicché il concreto esercizio sarebbe pregiudicato nella denegata ipotesi di ulteriore rinvio. Sarebbe oltremodo dannoso – continua la nota – il perpetrarsi di un clima di incertezza, sfiducia e precarietà che serpeggia nella nostra comunità e certamente arrecherebbe pregiudizio alla stessa democrazia”.
E ancora: “La situazione è vieppiù grave ove si consideri che l’intera collettività, proprio in questo delicato momento storico, ha bisogno di un’amministrazione legittimata ad operare sulla base di una programmazione di medio-lungo periodo, secondo obiettivi che – afferma il primo cittadino – devono necessariamente tenere conto di una situazione che nell’arco dell’ultimo anno è certamente mutata”.
