La piccola guerra sotterranea dei vaccini - Live Sicilia

La piccola guerra sotterranea dei vaccini

Pronti a dividerci su ogni questione, anche in piena e drammatica emergenza pandemica, pur di far prevalere le ragioni personali, di famiglia, di gruppo, della corporazione
SEMAFORO RUSSO
di
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Di tutto avevamo bisogno tranne di una guerra sotterranea per accaparrarsi il vaccino prima degli altri. Per carità, ce lo insegna la storia, nei secoli siamo stati sempre  molto bravi a battagliare tra staterelli, comuni, contrade, condomini e pianerottoli e mica la conquista dell’Unità d’Italia ha cambiato le cose, soprattutto non ha cambiato la nostra testa. Infatti, a parte quando vinciamo ai mondiali di calcio o dobbiamo celebrare atti di eroismo con fanfare, telecamere e fotografi a vagonate (inutile negarlo, ci piace la sceneggiata napoletana da nord a sud), non sappiamo dove stia di casa la normalità dei gesti nobili, lo spirito collettivo e il senso della comunità nazionale. Pronti a dividerci su ogni questione, anche in piena e drammatica emergenza pandemica, pur di far prevalere le ragioni personali, di famiglia, di gruppo, della corporazione o partito d’appartenenza, del sindacato, ordine o associazione in cui si è iscritti e al diavolo gli interessi generali, i valori della solidarietà e della giustizia sociale. Per non smentirci eccoci al conflitto tra categorie per ottenere la precedenza nel vaccinarsi. Solo che diventa complicato addentrarsi nel dedalo delle priorità perché, tolti ovviamente gli operatori sanitari, chi rischia di più l’avvocato o il cassiere di un supermercato? Il sindaco di una città o un farmacista? Un insegnante o lo sportellista di un ufficio postale? Un operatore ecologico o gli addetti di una impresa funebre? Un prete o un assistente sociale? Potremmo continuare all’infinito. È evidente che se poniamo la questione sulla base del “a chi tocca prima?” non ne usciamo tanto più se l’approvvigionamento delle dosi risulta ancora lento e se occorre somministrare i diversi vaccini (Astrazeneca, Pfizer e Moderna… ) con protocolli differenti a seconda delle eventuali patologie a carico dell’utente. Conclusione del ragionamento, forse sarebbe meglio, per evitare soprusi, furberie e ingiustizie (tipo l’avvocato che in realtà fa il politico ma si assicura il vaccino pur non esercitando da anni o la persona cosiddetta fragile scavalcata da chi sta bene) che si vada unicamente per fasce d’età senza eccezioni e contemporanei percorsi paralleli. I pubblici poteri si assumono la responsabilità se partire dagli anziani o dai giovani (si è deciso di partire dagli anziani) e si vada avanti nella speranza, come promesso dal ministro della Salute Speranza, mi scuso per il gioco di parole, che entro l’estate sia stata vaccinata la maggioranza della popolazione.

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