Vaccini, tutte le dosi in per età: ma resta il problema dei fragili

Vaccini, tutte le dosi per età: ma resta il problema dei fragili

Quante dosi sono state somministrate in Sicilia? A chi sono andate? Quando tocca alle persone fragili?
IL PUNTO IN SICILIA
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PALERMO- Chi ha una frequentazione social (e chi non ce l’ha?) avrà letto in questi giorni le proteste dei ‘fragili’ che si sentono messi in fondo alla fila nell’attuale fase della vaccinazione. Parliamo di persone con una o più patologie, magari avanti con l’età, che ancora non sono state inserite nel calendario delle prenotazioni. Da qui il comprensibile e rabbioso scoramento. Perché accade? Andiamo con ordine, partendo dall’aritmetica.

Quante le dosi distribuite in Sicilia

Scorrendo i dati del report nazionale dei vaccini si ha una radiografia precisa della massa di somministrazioni, ancorché meno fresca dei numeri regionali del giorno che vengono successivamente inviati a Roma. Abbiamo consultato la tabella aggiornata alle 15.31 del dieci marzo, cioè di ieri. In Sicilia sono state somministrate 455.479 dosi su 575.365 consegnate, una percentuale vicina all’ottanta per cento. Bisogna considerare le scorte per i richiami.

I vaccini per fascia d’età

Ma come sono state distribuite? Entriamo nel dettaglio. Le hanno ricevute 243.296 donne e 212.183 uomini. Ecco le fasce d’età. 105.562 a soggetti tra i cinquanta e i cinquantanove anni; 80.984 tra quaranta e quarantanove; 77.332 tra ottanta e ottantanove; 64.569 tra sessanta e sessantanove; 57.083 fra i trenta e i trentanove; 41.202 tra i venti e i ventinove; 16.267 agli over novanta; 11.819 tra i settanta e i settantanove; 661 tra i sedici e i diciannove. E chi sono questi ultimi? Sono diciannovenni, studenti impegnati nelle facoltà di Medicina. Questa la risposta che ci è pervenuta.

Meno anziani e più giovani?

Che succede, dunque? Meno anziani tutelati e i più giovani di più, come parrebbe a una primissima lettura? Come sappiamo, secondo lo schema fin qui vigente, si è proceduto così. Gli over ottanta vaccinati con Pfizer e Moderna (a cui la Regione ha aggiunto i disabili gravissimi), insegnanti e categorie essenziali, vaccinati, via via, con AstraZeneca. Appena ieri, il secondo prodotto è stato sdoganato per le persone comprese tra settanta e settantanove anni, purché non sofferenti. Questo perché – lo determinano linee guida nazionali, non la giunta Musumeci – i diversi vaccini vengono ‘raccomandati’ diversamente. I primi due (Pfizer e Moderna) sono stati, dunque, appannaggio degli anziani avanti con l’età e dei fragili, termini che possono coincidere. Il terzo, volendo sintetizzare, della popolazione in buona salute. La somministrazione di AstraZeneca agli over settanta – sempre, giova ripeterlo, senza grossi problemi – rimescolerà le percentuali.

Cosa dicono i dati nazionali

Tuttavia, la differenza con altre regioni e con il dato nazionale si coglie. In non poche regioni italiane, gli over ottanta primeggiano nella classifica delle dosi somministrate. In Italia sono state distribuite, fin qui, quasi sei milioni di dosi: 5.782.615 per l’esattezza. Rispettivamente, circa un milione e duecentomila ai 50-59 e agli 80-89, intendendo con questa formula sbrigativa gli appartenenti alle fasce d’età.

Cosa dice l’assessore

E c’è, appunto, l’angoscia della fragilità che chiede, con tutti i diritti, di essere tutelata, perché le statistiche della mortalità del Covid la riguardano molto da vicino. “Resta il problema – ha detto l’assessore alla Salute, Ruggero Razza – delle persone fragili, per le quali è obbligatorio solo l’utilizzo di Pfizer o Moderna. Comprendo quanto possa apparire assurdo che molti siano ammessi al vaccino prima di loro, ma non decidiamo noi quante dosi Pfizer e Moderna vengano inviate”. Un’attesa che toglie il fiato e che, si spera, possa essere presto alleviata.


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