Addio a Tuccio Fecarotta, il "bottegaio delle regine" - Live Sicilia

Addio a Tuccio Fecarotta, il “bottegaio delle regine”

Il ritratto intimo di un uomo che ha scelta la riservatezza come stile di vita (di E.G)
IL LUTTO
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CATANIA – Faceva parlare di se pur essendo un uomo schivo. Le sue stravaganze, che Catania tutta ricorderà a lungo, erano effetti naturali di una personalità controcorrente, pur essendo, da sempre, un tradizionalista convinto. Tuccio Fecarotta era un uomo di fede e un progressista, le due cose per lui erano complementari e naturali, non certamente ideologiche.

Amava la fede degli ultimi, aiutava in silenzio i poveri, quelli davvero dimenticati. Li ascoltava, anche per colmare la sua (voluta ) solitudine, li sosteneva come meglio poteva. Ricordava sempre suo padre e amava ripetere “mi diceva che la mia ironia è talmente sottile che a volte può anche offendere. Ma che posso fare, sono fatto cosi”.

Il vuoto

Tuccio lascia un vuoto in tutti noi, in famiglia, nella sua vita sentimentale, tra i suoi amici di sempre che amava chiamare con bizzarri soprannomi. Non voleva medaglie e non raccontava in giro le sue bizzarrie. Agata e il fisarmonicista di via Etnea erano alcune di quelle. Non voleva morire, non così, avrebbe prima voluto ridare l’eleganza perduta alla sua città. Non si rassegnava all’idea del degrado, della fine di quei tempi che hanno fatto grande Catania.

L’educazione

La sua educazione, ma anche il suo terribile snobismo, non gli hanno mai permesso di concedersi cadute di stile. Riservato anche nella malattia, il suo attaccamento alla vita girava attorno a quella “bottega” dalla quale, fino alla fine non si è mai allontanato. E il “bottegaio delle regine” come amava chiamarsi, si è spento in silenzio. Noi e I bambini polacchi lo ricorderemo per sempre.

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