I furbetti del vaccino e la "casta" che comunica male - Live Sicilia

I furbetti del vaccino e la “casta” che comunica male

Non mi scandalizza che un sindaco, un assessore, un membro di un parlamento vogliano essere vaccinati celermente
IDEE IN PIAZZA
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Cosa è la furbizia? Dizionario vuole che sia niente poco di meno che una “qualità” o meglio la stessa di chi, nella vita, sa trarsi abilmente da un impaccio o raggiungere i propri scopi, evitando accuratamente le insidie, ricorrendo a ingegnosi espedienti per raggiungere i propri obiettivi personali. Ma allora c’é da chiedersi se la furbizia sia un malcostume o una virtù? La virtù di mettere a frutto le proprie capacità o l’abilità di farlo a discapito degli altri.  

Purtroppo le definizioni puramente accademiche hanno il difetto di non considerare la vera natura del genere umano, di un tessuto sociale, del clima di civile convivenza che in esso dovrebbe equilibrare i rapporti tra le persone. Soprattutto in un momento di emergenza, come quello che drammaticamente ognuno di noi sta vivendo e in cui dopo poco più di un anno si intravede un barlume di speranza: la vaccinazione per immunizzarsi dal Covid 19.

Da Nord a Sud la cronaca quotidiana ci narra di persone che non aspettando il proprio turno sono riusciti comunque a vaccinarsi, volendo usare un gergo che rende maggiormente l’idea, di persone che con furbizia hanno di fatto saltato la fila, con giustificazioni e argomentazioni che hanno poco di reale ma molto di furbo.

Caso vuole che la quasi totalità di queste siano i così detti appartenenti alla “casta”. Anche qui per essere più chiari parliamo di politici, amministratori locali, responsabili di aziende ospedaliere e relativi congiunti e amici. Acclarata che questa non è furbizia in senso qualitativo ma certamente deplorevole decadimento del senso di collettività, di cui gli stessi dovrebbero essere esempio, tutela e baluardo.

Il problema di cui molto si discute non è così semplice, così come l’ingorgo logico dovrebbe costringerci a capire,  sta nella definizione delle così dette categorie, cioè nella determinazione della fila da rispettare. E in questa fila la casta ad oggi non c’è. Prima gli anziani, poi il personale medico a 360°, gli affetti da gravi patologie, forze dell’ordine, insegnati, avvocati, magistrati e via dicendo.

Chi è stato, a rigor di logica o meno, inserito nelle categorie prioritarie, con specifico riferimento agli avvocati e magistrati, di fatto non avvalendosi di alcuna palese furbizia risponde “che è previsto dalla legge pertanto si limitano a rispettarla”, chi non lo è stato inizia ad alzare la voce nel dissoluto confronto “perché loro sí e noi no?”. Oggi ad alzare la voce è proprio quella che comunemente viene chiamata la CASTA.

Senza voler dare alcuna giustificazione ai furbetti del vaccino, ligio nella convinzione che le regole se ci sono si rispettano altrimenti si lotta democraticamente per cambiarle, mi piace andare contro corrente. Cosa è la casta, o meglio chi sono gli appartenenti alla casta? Certamente persone ma anche Istituzioni nel senso di apparati organizzativi che garantiscono molte funzionalità dello Stato e vale la pena ricordare proprio in questo periodo con importanti funzioni decentrate nell’ambito sanitario.

E se scoppiasse un focolaio ad esempio in un assessorato come quello della sanità o delle attività produttive, perfino dentro un parlamento regionale. Se anche lí si  dovesse fermare tutto, che cosa accadrebbe? Ecco dove sbaglia la casta, non nel rivendicare la propria imprescindibile funzione per attuare i provvedimenti atti a combattere il covid 19, ma nel personalizzare il confronto con altre categorie. Non rivendica la propria funzione amministrativa, politica e regolamentare, ma il rancore di essere stata esclusa.

In questo momento in cui da più di un anno “non viviamo per non morire” e in cui ruoli e compiti assumo un importante valore di riferimento, sembrerebbe che neanche loro sappiano quale funzione debbano assolvere e cosa vuol dire essere Istituzione fondante di un Paese. Non mi scandalizza che un sindaco, un assessore, un membro di un parlamento vogliano essere vaccinati celermente, ma l’incapacità degli stessi di darne la giusta motivazione.

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