Brogli alle Comunali di Siracusa, indagini concluse per otto coinvolti

Brogli alle Comunali di Siracusa, indagini concluse per otto coinvolti

Nei guai presidenti e segretari di alcune sezioni elettorali
IL VOTO DEL 2018
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SIRACUSA – Agenti della Digos hanno notificato un avviso di conclusione indagini ad otto persone tra presidenti e segretari di alcune sezioni elettorali impegnati nelle consultazioni del 2018 per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale di Siracusa. L’accusa è di avere alterato il risultato della votazione della sezione di pertinenza.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Siracusa, hanno riguardato 30 indagati, ma per 22 loro il pm ha chiesto l’archiviazione ritenendo i fatti “seppur costituenti reato, di lieve entità”. L’inchiesta è scaturita in seguito all’esposto presentato da Paolo Ezechia Reale, candidato a sindaco di Siracusa arrivato al ballottaggio con Francesco Italia, che è stato poi eletto primo cittadino. “Il risultato della competizione elettorale era stato contestato da Reale che aveva presentato ricorso al Tar di Catania, e un esposto alla Procura di Siracusa – ricostruisce la Questura – il Tar aveva dichiarato l’illegittimità delle operazioni elettorali comunali del 10 giugno 2018 limitatamente a nove sezioni, dove erano state scrutinate 3.964 schede, e annullava i verbali dell’Ufficio elettorale centrale sull’ammissione al ballottaggio per l’elezione a sindaco dei candidati Italia e Reale, la proclamazione a sindaco di Italia e, infine, quella degli eletti al consiglio comunale. Per i restanti profili, i motivi del ricorso erano stati dichiarati inammissibili o infondati. Il sindaco Italia ricorreva al Cga che rigettava le originarie ragioni di ricorso di Reale, escludendo evidenze della cosiddetta ‘scheda ballerina’”.

L’indagine ha consentito di individuare alcuni componenti dei seggi elettorali il cui operato è risultato “non conforme a quanto previsto dalle norme in materia”. La Questura di Siracusa specifica che “una maggiore attenzione da parte di chi svolge tali incarichi (presidente, vice presidente o semplice scrutinatore) avrebbe potuto evitare gravose indagini di natura amministrativa e penale che hanno potuto solo individuare gli autori di tali violazioni della normativa”.
(ANSA).

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