Corte de Conti, Pogliese condannato per due consulenze

Corte dei Conti, Pogliese condannato per due consulenze

Danno erariale da 9 mila euro per il sindaco di Catania, ex capogruppo Pdl all'Ars

PALERMO – La condanna in sede contabile diventa definitiva. Salvo Pogliese, attuale sindaco di Catania, deve pagare 9 mila euro per il danno erariale provocato quando era capogruppo del Pdl all’Ars.

Lo ha deciso la sezione di appello della Corte dei Conti, presieduta da Giuseppe Aloisio, accogliendo la ricostruzione della Procura guidata da Gianluca Albo e confermando la sentenza di primo grado.

Sentenza che aveva ridotto la cifra da pagare, venendo meno una contestazione per difetto di giurisdizone.

I 9 mila euro riguardavano le consulenze affidate a due legali di chiara professionalità “di supporto all’attività di vicepresidente e componente del Consiglio di Presidenza dell’Ars, in materie di carattere istituzionale e politico economico”. Si trattava di attività insindacabile che rientra nella autorganizzazione dell’Ars prevista dallo Statuto, si è difeso Pogliese.

“Il Pogliese era stato invitato a produrre eventuali pareri resi in forma scritta o qualsivoglia atto stilato dai consulenti – si legge nella motivazione. Ebbene, a fronte di ciò, sono stati riversati al fascicolo del giudizio, tre meri riepiloghi, redatti su carta intestata ‘Segreteria politica On. Salvo Pogliese’, mancanti di data e sottoscritti da un anonimo D.L., contenenti un semplice elenco delle materie oggetto dei pareri asseritamente resi oralmente dai professionisti incaricati. Non appare confutabile che i meri riepiloghi, provenienti dalla segreteria politica del Pogliese, non possano in alcun modo sostituire gli elaborati consulenziali di fine incarico resi all’organo
conferente”.

La vicenda contabile si intreccia con quella penale che a Pogliese è costata una condanna in primo grado 4 anni e 3 mesi in qualità di ex capogruppo del Pdl. Leggi qui le motivazioni di quella condanna.

All’attuale sindaco di Catania Pogliese, prima sospeso in virtù delle legge Severino e poi reintegrato dal Tribunale, venivano contestate due tranche di spese di 41 mila e 31 mila euro. Tra queste, 1.200 euro per la “sostituzione di varie serrature e varie maniglie per porte, con saldature varie ed aggiunzioni pezzi di canaletto per tenuta vetri, pulitura con flex nelle parti ossidate con passaggio di pittura antiruggine” nello studio catanese del padre, la permanenza in albergo con la famiglia e i suoceri, e 280 euro per la retta scolastica del figlio.


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