“Ha preso il posto dello zio”: condannato il “boss” di Bagheria

“Ha preso il posto dello zio”: condannato il “boss” di Bagheria

Sconti di pena per i cinque imputati. Uno subito scarcerato.

PALERMO – Cinque condanne ma con sconti di pena al processo ai presunti mafiosi di Bagheria. La pena più alta, 9 anni e 8 mesi, è stata inflitta in appello a Paolo Liga che, secondo l’accusa, avrebbe seguito le orme dello zio, il capomafia Giuseppe Scaduto.

Paolo Liga sarebbe diventato l’uomo forte del mandamento mafioso di Bagheria. Fu arrestato nel gennaio 2018 su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.

Nel suo caso è caduta l’aggravante prevista quando si utilizzano i soldi profitto del reato per finanziarie attività economiche.

I carabinieri del Nucleo investigativo scoprirono che custodiva l’arsenale del clan, si occupava di estorsioni e gestiva i contatti con i boss di Palermo e di Trapani, dove resta latitante Matteo Messina Denaro.

Confermata la condanna di Gioacchino Di Bella. Per Riccardo De Lisi la pena scende da 11 anni a 8 anni e 4 mesi (è caduta la stessa aggravante venuta meno per Liga).

L’avvocato Luigi Miceli

Per Claudio De Lisi si passa da 7 anni di carcere a tre perché è caduta l’accusa di mafia ed ha retto l’ipotesi di estorsione. De Lisi, difeso dall’avvocato Luigi Miceli, è stato scarcerato perché ha scontato la pena. Confermata anche la condanna di Pietro Liga a 2 anni e 8 mesi.

La sentenza è della Corte di appello presieduta da Adriana Piras. Si erano costituiti parte civile il Centro studi Pio La Torre e Sicindustria.


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