PALERMO- Biagio Conte manda un messaggio al leader della Lega, Matteo Salvini. Parole che vengono messe per iscritto da chi gli sta vicino. I giorni di digiuno sono ormai trentuno. Il frate laico, fondatore della Missione ‘Speranza e Carità’ vive sotto le colonne della Cattedrale. Assume poca acqua e poco zucchero, in piccole boccettine, come unica risorsa. Ha preso dimora lì per sottolineare l’indifferenza per i poveri, anche nel tempo del Covid.
“Carissimo Salvini – ecco il messaggio – spero tanto e speriamo tantissimo che darai una giusta svolta al tuo modo di vivere questa preziosa vita terrena. Carissimo Salvini, hai il dovere di aiutare e soccorrere chi è in difficoltà, è doveroso porgere la mano a chi sta per affondare per salvarlo; così facendo, ti salvi anche tu, Salvini. Attenzione il respingimento è un brutto gesto di disumanizzazione, non è giusto respingere il nostro prossimo cioè il nostro simile”. Si tratta di una missiva mandata alla vigilia dell’udienza preliminare sui ritardi nello sbarco dalla nave Open Arms.
Un messaggio, ancora una volta, per l’accoglienza: “Carissima Italia, Europa, Inghilterra ed America non commettiamo il grave errore che nel passato si è commesso nei confronti del popolo africano. Basta all’ennesima Apartheid, ad una nuova forma di razzismo e di xenofobia, ma sforziamoci di imitare un grande difensore dei diritti umani, Martin Luther King. Egli ci invita tutti a non attuare l’ingiusta discriminazione, ma a mettere in pratica il dono dell’uguaglianza e della fratellanza. La storia ci testimonia il prezioso incontro fra i tanti popoli migranti e si scopre, come dice il Buon Dio, che siamo tutti stranieri in terra straniera; nessuno deve ritenersi titolare di un metro quadrato di questa terra. E’ giusto e doveroso comprendere che siamo frutto di tanti popoli e che siamo veramente tutti fratelli e sorelle in questa benedetta terra”.
Biagio Conte sta abbastanza bene. Ma è molto dimagrito. Si muove poco e sempre con il girello. Ma non smette. Almeno fino a Pasqua sarà in Cattedrale.
