Finanziaria arenata: la strada in Aula è tutta in salita - Live Sicilia

Finanziaria arenata: la strada in Aula è tutta in salita

Le opposizioni: "Governo come l'orchestra sul Titanic". Le perplessità nella maggioranza.

La Finanziaria si arena nel Vietnam dell’aula. Una decina di articoli approvati questa settimana su centosessanta previsti, il magro bottino del governo regionale è emblematico di una situazione di stallo che fa a pugni con la parola d’ordine invocata da settimane: “celerità”. 

La corsa ad ostacoli

Un percorso accidentato scandito da diverse battute d’arresto a partire dalla premiere con il dibattito sull’impugnativa proposta dal governo alle variazioni di bilancio con tanto di duello verbale tra Musumeci e Miccichè. 

Ieri un altro fulmine a ciel sereno (o quasi): i capigruppo di Pd, Cento Passi e Cinquestelle annunciano che non parteciperanno alla riunione informale sulla manovra finanziaria convocata nel pomeriggio a causa di “un comportamento offensivo” messo in atto da alcuni esponenti del governo. La riunione doveva servire ad appianare la strada alla manovra, ma le opposizioni, che si sono dette offese dalle parole dell’assessore Gaetano Armao, hanno disertato l’incontro scrivendo una lettera a Micciché.

Insomma, la strada resta in salita. 

Fava: “Governo come l’orchestra del Titanic”

Nel frattempo l’opposizione incalza l’esecutivo. “Il testo arrivato in Ars è una legge monstre che difficilmente sarà approvata nei tempi necessari. Frutto di un governo regionale che non ha più il controllo della propria maggioranza e degli appetiti dei singoli deputati”, attacca il deputato Claudio Fava

Poi sferra un colpo di fioretto. “Una legge finanziaria che non parla alla Sicilia e non dà risposte destinata ad essere, come già successo in questi giorni, impallinata dal voto d’aula”, dice.

“Come al solito saranno i siciliani e le siciliane a pagare il conto, salatissimo, di un governo immobile ed incapace di avanzare una qualsivoglia idea di sviluppo e di futuro. Un governo che assomiglia sempre di più all’orchestrina del Titanic, impegnato a suonare uno stantio spartito mentre l’isola affonda”, argomenta. 

Marano: “Beghe interne alla maggioranza”

Non usa parole particolarmente tenere nemmeno la deputata pentastellata Jose Marano. “Oltre ad avere a che fare con una finanziaria miope che non mira lo sviluppo della regione siciliana, ci troviamo impantanati nella discussione dell’articolato ostacolata da beghe interne alla maggioranza che inserisce tante piccole marchette per accontentare i vari deputati”, spiega.

“In questa finanziaria non c’è una visione di sviluppo e per nascondere questa pochezza il governo si cela sempre dietro all’ accordo con lo Stato che è stato siglato e che ha comportato notevoli riduzioni di spesa. C’è da dire che questo accordo capestro è stato stipulato e firmato dal presidente della Regione”, continua Marano.

“Facile addossare le responsabilità ad altri ma il governo per una volta dovrebbe assumersi le sue e dire chiaramente che non sono in grado di gestire la nostra Regione. Da una parte si cerca di rispettare l’accordo dall’altra invece attraverso tante norme quest’accordo viene aggirato. Penso, ad esempio, alle norme che riguardano l’assunzione di personale a tempo determinato per 36 mesi. Si creano così nuove sacche di precari che col tempo dovranno poi essere stabilizzati”, argomenta la deputata.

Lega e FdI di lotta e di governo 

E se l’opposizione approfitta della ghiotta occasione per assaltare la diligenza, la maggioranza si affida a parole misurate per spiegare la lentezza dei lavori non senza dimenticare quello che accade fuori dal Palazzo.  “La discussione è un po’ rallentata dalle procedure. La Commissione Bilancio ha lavorato a lungo su diverse questioni che vengono poi di volta in volta rivisitate alla luce delle sensibilità presenti in aula”, ammette il leghista Vincenzo Figuccia. “Però fuori dal Palazzo c’è tanta attesa perché la gente aspetta che arrivino dei sostegni veri. C’è il personale delle partecipate che attende perfino gli stipendi: c’è tutto un tessuto, stremato dall’emergenza Covid e da questo anno di difficoltà, che la Finanziaria veda la luce”, dice Figuccia.

“Auspico che ci sia un’accelerazione dei lavori e che ci si concentri meno sulle specificità dei singoli territori privilegiando una visione di insieme”, spiega il deputato della Lega.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’onorevole Elvira Amata, capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars. “Il momento della Finanziaria necessita di approfondimenti da parte dei parlamentari: non c’è una volontà politica dell’aula in termini di lentezza dei lavori. Abbiamo discusso tra in noi prima di arrivare in aula, ma l’impianto della Finanziaria lo abbiamo condiviso e abbiamo presentato degli emendamenti poi inseriti nel testo”, spiega. Ma non nasconde di avere provato “rammarico” nel corso della seduta di ieri. “L’articolo di un comma fondamentale per la messa in pratica dell’articolo 8 che prevedeva contributi alle piccole imprese è stato stralciato e provo rammarico perché in questo momento dobbiamo fare di tutto per aiutare i siciliani”, ammette la meloniana.

Le parti sociali bocciano la finanziaria

Di certo c’è che associazioni datoriali e sindacati si sono già espressi negativamente sulla manovra, non valutandola all’altezza della situazione. Dalla Cgil a Confindustria le critiche sono state praticamente univoche.

Lunedì si ricomincia ma i presagi, dopo lo scontro di venerdì, non sono dei migliori.


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