Ristori e cartelle esattoriali: cosa c'è nel "Decreto sostegni" di Draghi - Live Sicilia

Ristori e cartelle esattoriali: cosa c’è nel “Decreto sostegni” di Draghi

Le misure contenute nel nuovo decreto.
Salvatore Forastieri

Dopo una cinquantina di  DPCM ed altri provvedimenti di prevenzione e ristoro sociale per le persone coinvolte nella pandemia da COVID 19, e dopo otto decreti legge contenenti disposizioni di natura fiscale e contributiva per le aziende colpite dalle gravi conseguenze economiche  che l’emergenza sanitaria ha determinato, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il “Decreto sostegni”. Un decreto, il nono,  che comporta un costo di 32 miliardi di Euro.

Come al solito, anche questo decreto,  “targato Draghi”, contiene un altro fascio di proroghe. Per la verità c’è chi sostiene che l’unica soluzione praticabile in questo particolarissimo periodo è quella di una sospensione tributaria generalizzata, magari legata ad una ulteriore definizione agevolata delle pendenze tributarie, quelle nuove e quelle vecchie.

Ma su questo punto sono molti quelli che non vedono favorevolmente un ennesimo condono. Anche tra gli stessi partiti politici che sostengono il Governo non c’è accordo su questo punto.

Cassa integrazione e licenziamenti

Tra le diverse disposizioni agevolative da tempo annunciate, frutto di tanti compromessi politici ed economici e quindi di tanti aggiustamenti in corso d’opera, ma contenute ora nel nuovo decretovarato venerdì sera dal Consiglio del Ministri, spiccano:

  1. La proroga del blocco dei licenziamenti. C’è ne è una “breve” (fino al 30 giugno) per tutte le imprese, ed una “lunga” (fino al 31 ottobre) pe le aziende in cassa integrazione in deroga.
  2. Una nuova proroga della cassa integrazione di 13 settimane utilizzabili dal 1^ aprile al 30 giugno;

Fondo perduto per partite Iva

  • Un contributo a fondo perduto per tutte le partite IVA, questa volta compresi i professionisti e senza alcun riferimento ai Codici ATECO. L’importo non può superare i 150.000 Euro.  Occorre, comunque, che il fatturato del 2020 non sia stato superiore a 10 milioni di Euro e  che la perdita non sia stata inferiore al 30%.  La base da assumere al fine di calcolare il contributo spettante (gestito con modalità telematiche e più semplici del passato dalla SOGEI e dall’Agenzia delle Entrate), è la media della perdita mensile registrata mettendo a confronto il 2020 ed il 2019. Alla base così calcolata, si applicano le seguenti percentuali (il risultato rappresenta la somma alla quale si ha diritto): 60% per le aziende con ricavi fino a 100.000 Euro; il 50% per quelle con ricavi tra 100.000 e 400.000 Euro; il 40% alle aziende con ricavi da 400.000 e 1 milione di Euro; il 30% a quelle con  ricavi da 1 a 5 milioni di Euro; il 20% aa quelle con ricavi fino a 10 milioni.
  • Aumento di 1,5 miliardi del Fondo per l’esonero dei contributi previdenziali dovuti dai lavoratori autonomi e dai professionisti che nel 2020 hanno subito un calo del reddito superiore al 33% rispetto al 2019;
  • Fondo da 700 milioni per il sostegno alla filiera della montagna, con una quota destinata ai maestri di sci;
  • Ulteriori interventi per i settori gravemente colpiti  tra i quali •fiere, manifestazioni fieristiche internazionali e congressi; •cultura e spettacolo, mostre e musei; •matrimoni ed eventi privati; •attività commerciali o di ristorazione nei centri storici;•filiere dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura;

Enti locali

  • Incremento delle risorse per il ristoro delle minori entrate: 260 milioni per le Autonomie speciali e 1 miliardo per gli enti territoriali;
  • Ristoro di 250 milioni di euro per le minori entrate dei Comuni relativi all’imposta di soggiorno;
  1. Rimborso delle spese sanitarie sostenute dalle Regioni nel 2020 per l’acquisto di dispositivi individuali e di beni sanitari riguardanti l’emergenza;

      l)   800 milioni di euro aggiuntivi destinati al trasporto pubblico locale;

     m) Rinvio di alcuni termini, tra cui lo spostamento al 30 aprile (dal 31 marzo) del  termine per la deliberazione del bilancio di previsione degli enti locali

Cartelle esattoriali e fisco

– ed ancora, tra le misure fiscali contenute nel decreto di prossima pubblicazione:

     n) Cancellazione delle cartelle esattoriali con iscrizione a ruolo nel periodo 2000-2010, ma solo fino a 5.000 euro (tra tributo, sanzioni ed interessi) e solo per i soggetti con reddito inferiore a 30.000 euro;

o) Definizione agevolata degli avvisi bonari inviati sui periodi di imposta 2017 e 2018, ma solo per i soggetti che hanno subito un calo del volume d’affari del 30% rispetto al 2019;

p) Proroga della sospensione delle attività di riscossione coattiva (blocco delle notifiche)  fino al 30 aprile. Poi le notifiche saranno “spalmate” nell’arco di due anni.

q) Proroga al 31 luglio (già annunciata con il comunicato stampa del MEF  n.36  del 27 febbraio scorso) del pagamento delle rate riguardati la “rottamazione ter” ed il “saldo e stralcio”. Tutte le rate che scadono fino al 31 luglio, inoltre, slittano a novembre.

Purtroppo, però, c’è chi pensa pure all’introduzione di una nuova imposta “patrimoniale”, un’iniziativa, comunque, che ha provocato le proteste di molte parti politiche. Non si dimentichi, infatti, che un’imposta patrimoniale sugli immobili esiste già, ed è l’IMU, e non si dimentichi nemmeno che una imposta sui patrimoni, privilegiando coloro i quali hanno speso il reddito percepito nel corso degli anni, a prescindere dalle conseguenze che potrebbe avere nell’attuale e particolarissima situazione economica legata alla pandemia, colpirebbe sempre il risparmio dei cittadini i quali, in un futuro più o meno prossimo, consumando i redditi non spesi, consumando cioè le somme risparmiate, si troverebbero necessariamente a dovere subire un’altra forma di tassazione, ossia, oltre alla “patrimoniale”, anche quella sui consumi, come l’IVA o l’imposta di registro, o addirittura, seppure con le esenzioni oggi esistenti, l’imposta di successione.

                                                                                         

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