Sangue allo Zen: uno dei tre feriti scampò a un agguato

Sangue allo Zen: uno dei tre feriti scampò a un agguato

Si tratta di Letterio Maranzano. Contatti e scontri con il capomafia

“C’è una polveriera pronta ad esplodere a Palermo e c’è il rischio che possa ancora accadere nonostante gli arresti”, scrivevamo qualche settimana fa nei giorni successivi al blitz dei carabinieri che aveva colpito anche la famiglia mafiosa dello Zen.

Oggi il nuovo fatto di sangue con tre feriti a colpi di pistola all’incrocio fra via Patti e De Gobbis. Sono Giuseppe e Antonino Colombo, padre e figlio di 57 e 35 anni, e Letterio Maranzano, pure lui trentacinquenne.

La dinamica è tutta da chiarire, ma i nomi fanno pensare ad un regolamento di conti. Maranzano, lo scorso settembre, era rimasto vino per miracolo in un altro agguato.

I Colombo e Maranzano si sono affrontati (ipotesi privilegiata) oppure qualcun altro li ha aggrediti (meno probabile ma non scartata)?
Maranzano ha riportato un taglio alla nuca ed escoriazione agli arti inferiori. È andata molto peggio ai Colombo. Il figlio è stato colpito da un colpo di arma da fuoco alla caviglia, mentre il padre Giuseppe è stato colpito alla spalla e dovrà essere operato per estrarre il proiettile. Si sono presentati con un mezzo proprio al pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia. Nessuno dei due però è in pericolo di vita.

Il vuoto di potere potrebbe avere creato ulteriore fibrillazione allo Zen dove, così scrivevamo, una “squadretta” era pronta a eliminare i nemici. Anche a crivellarli di colpi, se necessario. Tra i padiglioni del quartiere dell’estrema periferia palermitana si sino sfidati a colpi di pistola.

Giuseppe Cusimano, arrestato con l’accusa di essere il nuovo capomafia dello Zen, diceva che “stiamo tentando di levare un po’ di immondizia là sotto… sto facendo una bella squadra… queste pistole, queste cose mettergliele nel culo e abbuscare (picchiare ndr)…”.

Facevano sul serio. Pochi gironi dopo, come raccontiamo in un altro articolo, due gruppi si affrontarono in un duello da Far West metropolitano. Da una parte Carmelo e Andrea Barone e dall’altra il gruppo dei Maranzano. Era stato Cusimano a fornire le armi ai Barone.

Non ne faceva mistero: “… gli ho dato tutte cose a Barone, gli ho detto: vai ad ammazzarli a tutti”. Già una volta Cusimano aveva salvato la vita a Letterio Maranzano ‘colpevole’ di avere mancato di rispetto a Giulio Caporrimo, mentre il reggente del mandamento era detenuto.

Maranzano creava tensioni e liti continue allo Zen tanto che sarebbe arrivato l’ordine di disarmare tutti perché in tanti girano armati in un rione dove qualcuno che ha diritto di abitare una casa popolare viene dissuaso dal farlo con una pistola puntata alla testa: “… all’epoca il fratello mi aveva detto… in una settimana mi ha fatto levare tutte le pistole”.

Ad un certo punto la misura fu colma. Letterio Maranzano doveva morire. Specie dopo che era andato a vuoto l’ultimo tentativo di farlo rientrare nei ranghi. Era stato convocato, assieme ad un altra persona, da qualcuno importante che “li stava ammazzando ieri sera”.

Il 29 settembre i carabinieri hanno perquisito la società Scalea Gas, di proprietà della famiglia Cusimano. Hanno trovato due pistole Beretta, modello 92, calibro 9 e hanno messo in guardia Maranzano.

Il 24 ottobre 2020 si è verificata una nuova sparatoria. Il bersaglio è stato Francesco Lo Gerfo, cognato di Cusimano, informato da qualcuno che hanno “sparato dall’altra parte del padiglione”.

Dello scontro Barone-Maranzano era al corrente Antonino Colombo. Cusimano gli aveva raccontato che i “baruneddi” si erano scagliati contro “Letterio il pacchione… loro hanno preso… ci spuntarono con le cose, quelli erano tutti armati fino ai denti… i baronelli”. Andrea Barone aveva due armi in pugno: “… a due a due quello Andrea… dice …. che gli sparava!… hai capito il “baroneddu” che ha combinato? Andrea gli sparava così… con due pistole”.“

Letterio si era salvato solo “perché è caduto a terra perché erano tutti per diretti a…”. Cusimano e Colombo si erano schierati con i Barone, anche perché “Letterio si sta dimostrando insopportabile agli occhi di tutti“, avevano commentato.

C’erano stati dissapori e liti anche in passato ed era intervenuto il boss di San Lorenzo Giulio Caporrimo. Ora con Caporrimo e Cusimano in carcere gli equilibri potrebbero essere saltati saltati.


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