In moto e armi in pugno: "Commando della morte allo Zen"

In moto e armi in pugno allo Zen: “Un commando della morte”

Una decina di persone sarebbero arrivate in via Filippo Patti con l'obiettivo di uccidere Antonino e Giuseppe Colombo

È stata una spedizione di morte. Una decina di persone sono arrivate, ieri pomeriggio in via Filippo Patti, allo Zen, con l’obiettivo di uccidere Antonino e Giuseppe Colombo, padre e figlio.

Così sostengono gli investigatori della squadra mobile che nella notte, su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno fermato i fratelli Letterio e Pietro Maranzano per tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso. Ad aiutare gli inquirenti un testimone chiave.

Ieri pomeriggio giungono due segnalazioni al 112. Sono stati esplosi colpi di pistola. Poco dopo al Pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia vengono trasportati i due feriti. Gli agenti delle volanti e della Mobile sull’asfalto trovano una decina di proiettili e bossoli.

Si è trattato dell’epilogo di uno scontro iniziato ieri mattina. I Maranzano (Letterio ha precedenti per mafia) e i Colombo si sono affrontati a muso duro. Pugni, calci, testate.

Poche ore dopo i Colombo diventano il bersaglio di un commando. Ne avrebbero fatto parte gli stessi fratelli Maranzano e altri soggetti non ancora identificati. I Maranzano sarebbero arrivati in sella a una moto di grossa cilindrata, scortati da un drappello di uomini in scooter.

Quindi la pioggia di fuoco ad altezza d’uomo. Secondo il procuratore aggiunto Salvo De Luca e i sostituti Amelia Luise ed Emanuele Faletra, l’obiettivo era uccidere i Colombo. A ricostruire i fatti sarebbero stati alcuni testimoni. Il motivo dello scontro non è ancora chiaro.


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