Trapani e il parco eolico off shore, c'è chi dice sì - Live Sicilia

Trapani e il parco eolico off shore, c’è chi dice sì

Le osservazioni di Asamar e Fare Ambiente.

Trapani – Il parco eolico off-shore, quello che la società Renexia S.p.A. ha progettato e che potrebbe nascere al largo delle Egadi, in pieno Canale di Sicilia, poco a poco sembra riscontrare sempre meno avversità. Quanto meno da associazioni ambientaliste e da operatori del settore. E’ il caso, ad esempio, della ASAMAR Sicilia (l’Associazione degli Agenti Marittimi Raccomandatari) che si schiera nettamente a favore dell’ipotesi progettuale ritenendola un’occasione da non lasciarsi sfuggire pur se necessaria di qualche accorgimento, soprattutto in termini di ricadute per il territorio dal punto di vista economico.

Gli agenti marittimi

“Il progetto della Renexia è stato approvato dalle più importanti associazioni ambientaliste a livello nazionale – afferma Gaspare Panfalone, vicepresidente Asamar Sicilia –  e quindi ritengo che si debba riflettere sul vantaggio che potrebbe derivarne considerato il ragionamento che si fa sugli off-shore per cui gli Enti locali prendono delle royalties rispetto all’energia prodotta, ritengo che questo grande progetto possa garantire al territorio un vantaggio economico veramente consistente”.

Per il vicepresidente dell’associazione degli agenti marittimi, imprenditore che opera nel settore portuale a Trapani, quella del parco eolico off-shore è una grande possibilità di sviluppo, ammodernamento e crescita economica per la Sicilia.

“Questo progetto vale da due a tre centrali nucleari, immaginate quanta energia venga prodotta. Nel rispetto di tutti i soggetti, di tutte le attività economiche e al primo posto quella della pesca, se si ragiona secondo criteri scientifici, supportando cioè ogni argomentazione da studi scientifici, probabilmente ci si renderà conto che questa è davvero un’occasione da non perdere. Il progetto della Renexia è perfettamente coerente con il Recovery Plan e attinge ai fondi che arrivano dal Recovery stesso. Gli studi di settore sono fondamentali, come quello che riguarda i trasporti marittimi che andrebbero a transitare nell’area individuata al largo di Marettimo o anche, cosa da non sottovalutare a ritorni turistici nuovi che potrebbero derivare dalla visita al parco eolico offshore. Insomma, consentitemi il paragone: è un po’ come quando, alla fine dell’800, in Texas furono scoperti i giacimenti di petrolio… se si fosse pensato solo all’impatto ambientale oggi non avremmo avuto lo sviluppo tecnologico ed industriale che, invece, ha cambiato il mondo. Siamo davanti ad una grande possibilità per il territorio siciliano tutto e, in particolare, per quello trapanese. Con i giusti accorgimenti, il parco eolico off-shore sarà veicolo di ricaduta economica. Non trinceriamo dietro ad un no per partito preso”.

Gli ambientalisti

Possibilista è anche l’associazione Fare Ambiente che lascia al suo coordinatore per la provincia di Trapani l’analisi della progettualità: “L’eolico off-shore – afferma Toto Braschi – è sempre più uno sbocco presente e futuro per cercare di sfruttare al massimo una delle energie rinnovabili più abbondanti: il vento. E non v’è dubbio che questo progetto possa rappresentare una possibile soluzione al problema della profondità del Mediterraneo. In un momento storico in cui la crisi climatica impone la de-carbonizzazione per la produzione di energia elettrica è fondamentale promuovere l’innovazione tecnologica e la diffusione di tutte le rinnovabili a partire dal fotovoltaico e dall’eolico, nel caso di specie. Non si può non guardare con favore alle progettazioni industriali che vedono protagoniste metodologie di impiego di queste fonti inesauribili”.

Ma anche Fare Ambiente si pone qualche perplessità di natura tecnica che, a loro dire, necessita di chiarimenti. Malgrado le dichiarazioni della Renexia S.p.A. sulla circolazione di mezzi navali nel tratto di mare interessato dal paro eolico (la Renexia sottolinea che la posizione non disturberebbe né il traffico migratorio degli uccelli né il traffico marittimo e turistico) dall’analisi dell’associazione ambientalista, supportata anche dai dati forniti dal direttore dell’Area Marina e Protetta delle Isole Egadi, alcune rotte marittime nella macro zona interessata potrebbero essere interdette a causa dell’ingombro dell’installazione e, inoltre, le rotte migratorie di cetacei nella zona Africa-Eurasia potrebbero essere impossibilitate a causa della presenza dell’impianto che coprirebbe una sin troppo estesa superficie di mare.

Ma anche sugli aspetti economici che si sofferma Fare Ambiente, cioè sulle ricadute economiche per la Sicilia: “La Sicilia si troverebbe ad ospitare la più estesa wind farm al mondo e bisogna avere chiarezza sulla concreta possibilità di nuovi posti di lavoro nella produzione e nell’installazione della tecnologia, riconvertendo una parte delle attività dei cantieri navali per la predisposizione dei parchi eolici a mare. La Sicilia non può non trarre beneficio in termini di impiego di energia eolica né, tanto meno, il tratto di mare ospitante la wind farm che interessa l’Area Marina Protetta delle Egadi e la costa trapanese, può essere spettatore di un salto nel futuro senza riceverne benefici diretti”.


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