L'omicidio di Saro Sciuto: sentenza ribaltata, ergastolo - Live Sicilia

L’omicidio di Saro Sciuto: sentenza ribaltata, ergastolo

Gaetano Marino è stato condannato dalla Corte d'Assise d'Appello.
IL DELITTO DEL 2011
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CATANIA – Sentenza ribaltata in appello. Gaetano Marino è stato condannato all’ergastolo per l’assassinio di Rosario Sciuto, u sucaru, commesso nel 2011. In primo grado la Corte d’appello aveva assolto il giovane dall’accusa di omicidio e aveva inflitto una pena di 13 anni per associazione mafiosa. Il secondo capitolo giudiziario ha dunque un epilogo completamente diverso. 

La fase istruttoria in secondo grado è stata nuovamente aperta. Oltre alle nuove rivelazioni del boss di Cosa nostra Dario Caruana, sono stati sentiti anche gli altri pentiti già esaminati nel primo dibattimento. E quindi l’uomo d’onore Fabrizio Nizza, il già reggente di Lineri Giuseppe Scollo e il soldato della droga Salvatore Cristaudo. Vi è stato anche un confronto (animato) tra quest’ultimo e Nizza. Alla fine la Corte d’Assise d’Appello, presieduta dal giudice Rosario Cuteri, ha inflitto al giovane la pena più severa prevista dall’ordinamento giudiziario. La difesa ha annunciato già il ricorso per Cassazione. 

Rosario Sciuto era un esponente del clan Mazzei. Ma nell’ultimo periodo aveva dichiarato di essersi allontanato dall’organizzazione criminale. A quanto pare però avrebbe messo in piedi una piazza di spaccio che avrebbe fatto concorrenza a quella gestita dai Marino, famiglia molto nota a Librino per lo smercio di sostanze stupefacenti. Secondo il blitz Carthago del 2016 avrebbero avuto un forte legame con Andrea Nizza. Da una prima ipotesi sembrerebbe esserci stata ‘la spartizione’ della droga nel quartiere dietro l’agguato. Ma è stato messo sul piatto anche un altro movente.  

Torniamo a quella sera di novembre del 2011. Rosario Sciuto è stato freddato nell’androne del civico 13 di Viale Moncada dove viveva. Gaetano Marino – secondo la ricostruzione accusatoria – lo avrebbe aspettato sotto casa e avrebbe sparato senza dare il tempo alla vittima di aprire la porta del palazzo. Oltre alla concorrenza nel mercato degli stupefacenti, però, ci sarebbero stati anche motivi personali. Gaetano Marino, infatti, non avrebbe gradito il divieto impartito da Sciuto alla figlia di frequentare l’imputato. I due giovani, infatti, in quel periodo avrebbero avuto una relazione amorosa

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