Dolore per Cinzia e quei dubbi sul vaccino: "Lo farei domani"

Dolore per Cinzia e quei dubbi sul vaccino: “Lo farei domani”

Un'altra tragedia che scuote. Le inquietudini e le domande sul farmaco

Questo è il momento del dolore. Cinzia Pennino, quarantasei anni, insegnante palermitana molto amata, è morta, come sappiamo, dopo dieci giorni circa dalla somministrazione della prima dose del vaccino AstraZeneca. ‘Dopo’ indica una caratteristica temporale, non di causa, nel raccontare una tragedia. Che non può essere taciuta. Tenendo presente, ancora una volta, che quel ‘dopo’ ha una valenza per stabilire che c’è stato un prima, come è accaduto in altre tristi vicende. Sappiamo che, alla luce di ulteriori verifiche, i massimi organismi europei di tutela della salute hanno ridato il via libera ad ‘AstraZeneca’ al termine di un breve periodo di sospensione. Per il resto, ci saranno ancora gli accertamenti e le inchieste. Da quanto emerso ieri sembra che la giovane donna soffrisse di problemi congeniti di coagulazione del sangue, ma è ancora presto per definire un quadro chiaro a cui stanno lavorando in ospedale.

Ma, appunto, questo è essenzialmente il momento del dolore. La professoressa Cinzia Pennino era una persona che viveva per il prossimo e che interpretava la sua esperienza come una missione di altruismo. La sua cristallina qualità umana approfondisce il sentimento collettivo della perdita.

E poi c’è l’inquietudine, come è logico che sia. C’è il tam tam social che trasforma un tremendo fatto di cronaca in un fiume di domande spontanee. Uno stato d’animo comprensibile che va, talvolta, oltre la descrizione della realtà, le rassicurazioni delle autorità e le attuali evidenze scientifiche che accompagnano la necessità di una massiccia campagna vaccinale anti-Covid. Siamo su un piano emotivo, per cui, forse, è utile riportare il discorso nell’ambito della scienza e chiedere a chi ne sa di più. Fermo restando che chiunque ha il diritto di farsi delle domande. E che la pena rimane incontenibile.

“E’ normale che, se si verificano cose del genere, la gente abbia dei dubbi – dice il professore Antonio Cascio, infettivologo -, ma dobbiamo cercare di ragionare a mente fredda, in un frangente in cui si stanno vaccinando tutti gli italiani. Sono tragedie che si verificano, per quanto ne sappiamo finora, senza alcuna correlazione certa. Non è sempre semplicissimo escludere con l’autopsia, al cento per cento, un possibile ruolo dello stimolo vaccinale. Non mi risulta ci sia in questo periodo un reale aumento di casi di trombosi, sicuramente c’è una attenzione altissima.
Si deve studiare, si deve approfondire e si devono trovare risposte accurate. Io, se domani fosse il mio turno, andrei a fare la fila per AstraZeneca. Non dico che non avrei il pensiero…”.

“Anche io andrei a fare il vaccino AstraZeneca – dice il dottore Renato Costa, commissario per l’emergenza Covid a Palermo e provincia -, siamo colpiti per quello che è accaduto. In Fiera procediamo bene, però stiamo finendo le dosi, anche se, fino a martedì, riusciremo a coprire chi si è prenotato. Aspettiamo nuovi rifornimenti. Abbiamo piazzato dei nostri operatori all’esterno per ogni esigenze e per le informazioni”.

Il report delle somministrazioni illustra la situazione: la Sicilia ha distribuito, sono numeri cristallizzati alle tre del pomeriggio di ieri, 739.028 dosi su 840.535 per una percentuale dell’ottantotto per cento, considerando che bisogna mettere da parte i richiami. La corsa per battere il Covid sul tempo non può fermarsi.

Ma questa, intanto, è l’ora del dolore. Per Cinzia, per i suoi allievi e i suoi colleghi che non la dimenticheranno. Mentre aspettiamo l’ora delle risposte.


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