Covid19, i morti di Biancavilla: ecco l'intercettazione choc - Live Sicilia

Covid19, i morti di Biancavilla: ecco l’intercettazione choc

Ecco cosa hanno registrato le cimici dei carabinieri nella maxi inchiesta della Procura di Trapani.

CATANIA – I morti da Covid19? “Spalmiamoli un po’”. Ci sono intercettazioni choc nella maxi inchiesta sulla presunta falsificazione dei dati dei contagi in Sicilia. Non solo referti positivi, anche “i morti” a causa del coronavirus sarebbero finiti in un meccanismo, pianificato dai vertici dell’assessorato alla Sanità guidato da Ruggero Razza (che risulta indagato), con lo scopo di alterare la realtà. Accuse tutte da dimostrare, ma cosa dicono gli atti appena notificati?

L’intercettazione

Biancavilla, siamo in provincia di Catania. È il quattro novembre del 2020, le ambulanze attendono anche ore con gli anziani a bordo. Non si contano i morti nel reparto covid allestito in tempi record, prima in un corridoio, poi in un ambiente dedicato. A essere intercettati sono la dirigente generale Di Liberti e Andrea Nicosia, componente dell’ufficio di Gabinetto dell’assessore alla Salute Ruggero Razza. La Di Liberti, dopo essersi accertata che Nicosia sia con Razza, chiede come gestire i dati dei decessi Covid di Biancavilla “e cioè – riassumono i magistrati – se inserirli in unica soluzione o spalmarli in più giorni”. Nicosia a questo punto chiede a Razza come comportarsi. L’assessore riceve la conferma che i dati siano veritieri e che sono stati comunicati in quel momento, anche se relativi ad alcuni giorni prima.

“Spalmiamoli”

Le cimici registrano Razza e la Di Liberti che pianificano come “spalmare” i dati dei morti. “Spalmiamoli un po’ dice l’assessore e la Di Liberti spiega come si comporterà, anche con i decessi dell’ospedale San Marco di Catania, dove risultano 6 morti e quelli avvenuti in altre strutture sanitarie del ragusano.

La strategia

Alle 16.05 dello stesso giorno la Di Liberti chiama il suo collaboratore Mario Palermo e, dei 7 morti da covid certificati a Biancavilla, ne comunicano soltanto 3. Poco dopo la Di Liberti ammette, parlando con un altro collaboratore, di aver “cristallizzato” il dato “dei 19 decessi” e di aver “sistemato assai” il numero dei morti.

Alle 22.26 altra telefonata. L’assessore teme che, con l’andamento negativo della pandemia, la Sicilia possa passare da zona gialla a zona arancione.


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