Dati Covid 'falsi': fare "bella figura" per "bilanciare" gli attacchi di De Luca

Dati Covid ‘falsi’: fare “bella figura” per “bilanciare” gli attacchi di De Luca

L'inchiesta che scuote la Regione. Qualcuno non gradiva le parole del sindaco di Messina

PALERMO – L’8 gennaio 2021 Messina era il capoluogo di provincia con l’indice di contagio Covid più alto della Sicilia. Negli ultimi 14 giorni si erano registrati oltre 2.700 nuovi positivi.

Il sindaco Cateno De Luca puntava il dito contro tutto e tutti. Nel corso di infuocate dirette Facebook il primo cittadino annunciava la chiusura delle scuole e se la prendeva con l’Asp e con la Regione colpevoli, a suo dire, di non avere saputo contenere la pandemia.

Ed ecco che alla Regione avrebbero adottato le contromisure per bilanciare le parole di De Luca, un politico che ama spingere il piede sull’acceleratore mediatico.

Le scelte di quei giorni sono finite agli atti dell’inchiesta che ieri ha portato all’arresto di tre persone e all’emissione di un avviso di garanzia nei confronti dell’assessore regionale Ruggero Razza.

Era il capo di gabinetto di quest’ultimo, Ferdinando Croce, a parlare con Maria Letizia Di Liberti, dirigente del dipartimento regionale che gestisce la raccolta dati e da ieri ai domiciliari.

Ecco cosa annotano i carabinieri del Nas: “Croce è preoccupato dai dati con un forte aumento, provenienti da Messina, per cui vorrebbe bilanciare il dato negativo inserendo quello dei guariti in modo che il dato allarmante dei positivi sia, in qualche modo, rassicurato dai soggetti guariti”.

Di Liberti si chiedeva se in realtà i numeri dei guariti servissero per “…migliorare e fare bella figura” o per “affossare La Paglia” (Paolo La Paglia, direttore generale dell’Asp di Messina.

La dirigente, preoccupata per l’aumento dei contagi, contattava Rosanna Intelisano dell’Asp di Messina, da cui riceveva la conferma: c’erano più di 500 positivi. Cosa fare? La dirigente tirava fuori la storia di una possibile contaminazione in uno dei laboratori che processava i tamponi: “Ma io oggi come faccio, mi viene il dubbio che ci sia una contaminazione: ho detto a Rosanna….. 952 erano tutti positivi, abbiamo tolti quelli che erano i controlli e il totale quant’è senza controlli? (si sente Di Liberti parlare con un suo collaboratore) 761, da 950, quindi togliendo quelli che erano doppioni. Io come faccio a darli oggi?”

Nessun errore diceva Intelisano. Il laboratorio privato nulla c’entrava, visto che i test erano stati eseguiti dall’Usca e risalivano anche al 2, 3 e 4 gennaio (così si accumulavano i risultati che poi venivano spalmati senza criterio nelle statistiche). Di Liberti aggiungeva che non si potevano comunicare tutti nello stesso giorno. Alla fine il dato fu scremato di almeno 300 “positivi”. A Messina e provincia risultarono 361 casi e non i 761 di cui avevano conoscenza.


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