Condannati per omicidio con arnesi da scasso: sconto di pena

Condannati per omicidio e sorpresi con arnesi da scasso: sconto di pena

In primo grado era già caduta l'accusa di ricettazione. Già condannati a 20 anni per il delitto del Capo

PALERMO – In primo grado era già caduta l’accusa di ricettazione, ora arriva uno sconto della pena inflitta per essere stati sorpresi con arnesi da scasso. In Corte di appello la condanna passa da 9 a 4 mesi.

Sotto processo c’erano Calogero Pietro Lo Presti e Fabrizio Tre Re, già condannati in secondo grado in un altro a 20 anni ciascuno di carcere per l’omicidio del il fruttivendolo Andrea Cusimano, assassinato fra le bancarelle del Capo.

Calogero Pietro è nipote di Calogero e cugino di secondo grado di Tommaso Lo Presti, boss di Porta Nuova. Ed è anche figlio di Giovanni, che nel 2001 aveva assassinato un uomo a colpi di pistola. Allora la vittima fu Salvatore Altieri, freddato alla Vucciria. Giovanni Lo Presti ha finito di scontare sedici lunghi anni di carcere nel 2014.

Questo processo in cui gli imputati erano difesi dagli avvocati Luciano Maria Sarpi e Alberto Raffadale riguardava un episodio di alcuni ani fa. I poliziotti li avevano fermati per un controllo dopo che un uomo si era allontanato di fretta dopo avere visto il lampeggiante.

L’avvocato Luciano Maria Sarpi

In macchina avevano due centraline e gli arnesi per lo scasso. Già in primo grado l’avvocato Sarpi aveva ottenuto l’assoluzione dalla ricettazione perché non c’era la prova che fossero state rubate. Ora la riduzione della pena in appello.


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