Il brigadiere Massari dal carcere ai domiciliari

Il brigadiere Massari dal carcere ai domiciliari

La decisione del Tribunale del Riesame.
OPERAZIONE SIPARIO
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CATANIA. Ha lasciato il carcere di Caltagirone per recarsi nel domicilio dove è stato posto agli arresti domiciliari il vicebrigadiere della guardia di finanza ed ex vice presidente della Sesta Circoscrizione del Comune di Catania, Mauro Massari, arrestato il 15 marzo scorso da suo colleghi del nucleo di Polizia economico finanziaria (Pef) nell’ambito dell’operazione Sipario contro il clan Cappello-Bonaccorsi.

La decisione del Riesame

E’ l’effetto della decisione del Tribunale del riesame che ha sostituito l’ordinanza cautelare in carcere emessa dal Gip con una misura meno restrittiva. I suoi legali, gli avvocati Giuseppe Lipera e Giuseppe Marletta, “per quanto parzialmente soddisfatti” per “la concessione degli arresti domiciliari, che convalida la tesi difensiva sulle esigenze cautelari”, hanno annunciato “ricorso in Cassazione per ottenere la piena libertà” del proprio assistito. Massari è accusato di avere “stretto un patto elettorale” con Orazio Buda, esponente di spicco del clan Cappello-Carateddi che lo avrebbe sostenuto nelle elezioni amministrative del 2018 a Catania in cui con oltre 965 preferenze risultò eletto nella Circoscrizione dei rioni Librino, San Giorgio, San Giuseppe La Rena, Zia Lisa e Villaggio Sant’Agata. Il prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, il 18 marzo scorso ha disposto la sospensione di diritto alla carica di consigliere della Sesta Circoscrizione del Comune di Catania.

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