Vaccini in chiesa: "Fine di un incubo", meno adesioni del previsto

Vaccini in chiesa: “Fine di un incubo”, meno adesioni

In fila in parrocchia con la speranza nel cuore. Quasi 6.000 prenotazioni a fronte delle 50 mila previste

PALERMO – “Sono contento. Finalmente si potrà avere una sicurezza in più”, dice Filippo Cardella, uno degli anziani che stamani si sono vaccinati nelle parrocchie siciliane. Non ha avuto dubbi: “Speriamo si vaccinino tutti il prima possibile, solo in questo modo potremo lasciarci alle spalle questo maledetto Covid”.

Le chiese siciliane diventano, per la giornata del Sabato Santo, centri di vaccinazione anti-Covid grazie all’accordo tra la Regione Siciliana e la Conferenza episcopale siciliana. Si sono prenotate 5.867 persone di età compresa dai 69 ai 79 anni. Si tratta di soggetti non fragili a cui viene somministrato il vaccino AstraZeneca. Non c’è stata l’adesione di massa prevista dagli organizzatori che pensavano di potere immunizzare fino a 50 mila persone, tanto che nel pomeriggio si è deciso di prorogare l’orario alle 19, aprendo alla alla fascia di età dai 65 ai 69 anni. Il vaccino AstraZeneca, sui cui presunti effetti collaterali si indaga in Italia e in Europa, può avere tenuto lontane le persone.

Le prenotazioni registrate dall’Asp di Palermo sono state 1339 e alcune chiese hanno dovuto rinunciare all’iniziativa perché non raggiungevano il numero minimo di 50. Tra chi ha prenotato, però, c’è grande entusiasmo come testimonia chi, questa mattina, si è presentato nei locali della Cattedrale di Palermo.

Il parroco don Filippo Sarullo spiega: “Abbiamo realizzato questa intesa tra la Conferenza Episcopale Siciliana e la Regione per dare la possibilità a circa 6000 persone, in tutta la Sicilia, di ricevere il vaccino Astrazeneca. Questo è un segnale di speranza per la Santa Pasqua. La Chiesa – continua Sarullo – si vuole fare prossima e solidale alle persone che vivono questa angoscia. Papa Francesco, durante l’Angelus di domenica scorsa, ha sottolineato che lo scorso anno erano scioccati, quest’anno siamo provati. Proprio per andare incontro a questa prova che stiamo vivendo, la Chiesa apre i centri di vaccinazione in tutta la Sicilia e questo vuole essere un segno di attenzione. Prima ci vacciniamo prima usciamo da questa situazione che ci pesa e angoscia”.

Il numero di chi si vaccinerà al termine della giornata potrebbe essere superiore alle prenotazioni: “Molti parrocchiani hanno aderito serenante, altri sono stati un po’ restii ma tutto sommato abbiamo raggiunto un numero congruo che permette di attivare il centro – aggiunge il parroco della Cattedrale -. C’è anche gente che non ha fatto in tempo a prenotarsi e si presenta ugualmente, ma può accadere che qualcuno non possa farlo per patologie che i medici potrebbero riscontrare, questo potrebbe permettere a chi è rimasto fuori di vaccinarsi”.

Tra le persone in fila Vittorio Macaluso, che attendeva questo momento da tempo: “Penso che sia essenziale vaccinarsi. Questo momento – dichiara con un po’ di emozione – l’ho atteso con grande ansia, ma adesso ho un po’ di preoccupazione. Penso sia essenziale vaccinarsi. Prevale la speranza di uscire fuori da questo incubo nel quale ci siamo infilati. Attribuisco una grande importanza a questo momento, che coincide con la rinascita Spirituale. Una rinascita Spirituale che si accompagna dal punto di vista della salute”.

In attesa anche il signor Luigi Romano, che non potrà trascorrere la Pasqua con i suoi nipoti: “Vaccinasi è importante perché se non lo si fa rimaniamo limitati come, per esempio, viaggiare o stare in famiglia. Noi nonni abbiamo dei bimbi e dobbiamo cautelarli. Non vaccinarci ci limiterebbe molto. È una Pasqua anomala questa, Non si può stare in famiglia e trascorrere delle giornate in compagnia. Mi mancano. Non mi pongo domande sul vaccino Astrazeneca, quello che deve venire viene. Faccio il vaccino perché altrimenti sarei limitato”.

Una delle prime vaccinate è la signora Annamaria Cammareri, che ha voglia di tornare ad una vita normale: “Chi non si vuole vaccinare non si rende conto di quello che abbiamo. Dopo il vaccino tornerò ad una vita quasi normale. Mi è mancata la libertà, io sono sola, mi piace camminare e in questo momento non lo possa fare”.

“E’ una iniziativa, finora unica in Italia che ha valore etico oltre che pratico e raggiunge direttamente i siciliani che desiderano vaccinarsi mentre partecipano alle celebrazioni Pasquali – spiega il presidente della Regione Nello Musumeci – nella giornata del Sabato Santo. Sin da quando il governo nazionale ha reso disponibili le prime dosi di vaccino per i siciliani, ogni nostro sforzo è stato rivolto a far sì che la campagna vaccinale potesse coinvolgere il maggior numero di persone”.

“E’ un messaggio di speranza che intendiamo inviare alla vigilia di Pasqua – dice il presidente della Cesi e arcivescovo di Catania, Salvatore Gristina – e, al tempo stesso, occasione di prossimità e solidarietà verso le persone più fragili, nella tradizione della Chiesa che vuole essere una comunità che promuove la salute delle persone”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI