Ambulanze in fila, numeri Covid e parrocchie: cosa succede

Ambulanze in fila, numeri Covid e parrocchie: cosa succede

La situazione è descritta come preoccupante dagli addetti ai lavori.
IL PUNTO SULLA PANDEMIA
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PALERMO– Ieri sera abbiamo pubblicato una foto dall’ospedale di Partinico: la fila delle ambulanze, erano sei in tutto, che aspettavano il loro turno. Un’immagine forte che dice una scomoda verità: il Covid è sempre il nemico da battere, più di un anno dopo. L’immagine è stata scattata da un medico che ha commentato: “Tutto come prima o anche peggio”. Il personale sanitario è fortemente sotto stress. Da un anno è sepolto nella miniera delle corsie, in condizioni difficilissime per il carico di lavoro e di sofferenza. Oggi, molti medici, molti infermieri e molti che indossano il camice vivranno una Pasqua pesante, con senso di abnegazione. Qualcuno racconta il suo stato d’animo, privatamente, con parole che non sarebbe giusto riportare, ma con una abnegazione che è il vero volto della nostra sanità, vista dalla trincea.

Le ambulanze che arrivano con maggiore frequenza, da qualche giorno, non sono una novità. Venerdì scorso, per esempio, di mattina, circa venti sono transitate al pronto soccorso del ‘Cervello’, in poche ore. I numeri in Sicilia, al momento, sono sotto controllo, se così si può dire. Ma dalla cronaca diretta degli ospedali le notizie che giungono invitano a quella riflessione: il Covid è tutt’altro che sconfitto. Anche i numeri del 118 segnalano un incremento progressivo. Alle undici di mattina della domenica di Pasqua ci sono trenta pazienti al pronto soccorso del ‘Cervello’, dedicato alla pandemia, che sta arrancando. Tanti vengono portati a Partinico dove, verosimilmente, saranno riaperti circa venti posti letto.

Intanto, continua la corsa contro il tempo delle vaccinazioni. Secondo gli ultimi report nazionali del Ministero della Salute, aggiornati alle sei di stamattina, in Sicilia sono state somministrate 838.109 dosi su 975.385 per una percentuale dell’ottantasei per cento. Ieri, la campagna vaccinale nelle parrocchie non è andata bene.

Riassumeva, in serata, una nota della Regione: “Si è conclusa la giornata di vaccinazioni anti-Covid nelle 300 parrocchie che in Sicilia hanno aderito all’iniziativa, unica in Italia. Secondo i dati al momento disponibili e diffusi dalle Asp, in provincia di Messina sono state vaccinate 428 persone. A Catania sono state in tutto 829. A Siracusa le somministrazioni sono state 275. A Enna sono state 531. A Ragusa, le dosi di vaccino somministrate sono state 216. Su Trapani il dato si attesta sulle 570 somministrazioni. Dato indicativo è quello di Agrigento con 250 dosi. A Palermo sono stati circa 950 i vaccini somministrati. La proroga dell’orario sino alle 19 ha inoltre permesso di usare tutte le dosi disponibili. A Palermo, ad esempio, è stato possibile somministrarne una cinquantina in Cattedrale e ulteriori dosi sono state poi trasferite all’hub vaccinale della Fiera del Mediterraneo. La giornata di vaccinazioni nelle parrocchie è stata possibile grazie al protocollo d’intesa siglato dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci e dal presidente della Cesi, l’arcivescovo Salvatore Gristina”. Una giornata che ha sottolineato la generosità delle parrocchie, subito mobilitate con i loro volontari, e il principio corretto della dislocazione dei vaccini sul territorio. Ma le cifre sono lontane dall’attesa.

Sempre ieri, sulla sua pagina Facebook, l’appello in video del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: “A Palermo assistiamo ad un grave aumento dei contagi. L’ingente dispiegamento delle forze dell’ordine è un invito a rispettare divieti e rispettare diritto alla salute. Restate a casa. Si tengano comportamenti responsabili”. Una richiesta importante. Il Covid è sempre il nemico da battere.


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