"Volevo dare una botta al Cionad": cronaca di una rapina mancata:

“Volevo dare una botta al Conad”: cronaca di una rapina mancata

Il piano era pronto, ma alla fine saltò perché c'erano "un mare di ragazzetti"

PALERMO – C’è anche la storia di una rapina mancata agli atti dell’inchiesta che ha portato in carcere, fra gli altri, Giuseppe Calvaruso, considerato il reggente del mandamento di Pagliarelli, e il suo presunto braccio destro Giovanni Caruso.

Era il 23 marzo 2020. Calvaruso in quel momento si trovava in Brasile e così il bagherese Giuseppe Bruno avrebbe chiesto il permesso di organizzare il colpo: “… ci volevo dare una botta qua al Conad e ora ci sono andato per farla… la posso fare la possiamo fare”.

Caruso era incuriosito e chiedeva i dettagli del piano ideato da Bruno. Aveva intenzione di introdursi all’interno del supermercato alle 7.30 del mattino, prima dell’apertura, e obbligare il direttore a consegnargli le chiavi delle casse: “… un problema solo abbiamo… dobbiamo rischiare… ma non per gli sbirri … se li troviamo li troviamo… questa la zita. Perché … entrando là dentro… devi aprire i casciuna (cassetti, ndr) … siccome i picciuli (i soldi, ndr) sono là dentro infilati là dentro…”.

In alternativa non scartava la possibilità di entrare in azione dopo l’uscita gli ultimi clienti: “… sennò alla chiusura… dice a quest’orario non può entrare più nessuno… andiamoci ad infilare, ci chiudiamo là dentro…”.

Il supermercato era il Conad di via Rosario Argento, nella zona dell’Università. Fecero pure un sopralluogo, ma alla fine Caruso bloccò l’assalto: “Per questo ti dico qua no ci sono tante persone, ci sono un mare di ragazzetti non è buono così perché si fermano, ti fermano”


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