"Non condividiamo le parole di Crociata, la Chiesa condanna la violenza" - Live Sicilia

“Non condividiamo le parole di Crociata, la Chiesa condanna la violenza”

La Curia prende posizione dopo le affermazioni del monsignore.

Trapani – Tirata in ballo, sollecitata ad intervenire da più parti, visto il clamore mediatico suscitato dalle affermazioni di Monsignor Michele Antonino Crociata, ex parroco di Balata di Baida (Castellammare del Golfo) in pensione dal 2009, la Curia Vescovile di Trapani ha dovuto prendere carta e penna e prendere posizione.

Il caso

Il caso è relativo alle dichiarazioni che il prelato in pensione ha rilasciato su Facebook, intervenendo sul post di un giornalista dell’ANSA, il collega Gianfranco Criscenti, che invitava le donne a denunciare il proprio compagno, fidanzato o marito, già al primo schiaffo. Monsignor Crociata Monsignor Crociata, rispondendo a quel post, minimizzava esortando le coppie a trovare maggiore serenità piuttosto che a ricorrere alle vie legali. Ma le sue parole sono state oggetto di un primo articolo e poi, via via, sono state riportate anche da diversi organi di stampa fino a scomodare gli interventi di parlamentari nazionali e persino del Vice Ministro Teresa Bellanova: tutti a condannare le parole del sacerdote in pensione. Monsignor Crociata ha provato a spiegare meglio il suo pensiero ma, ormai, il valzer delle prese di posizione era partito e oggi è arrivata la puntualizzazione della Curia trapanese. “Quanto affermato dal sacerdote corrisponde a sue opinioni personali e non riflettono il pensiero, la valutazione e l’accompagnamento pastorale della Chiesa che condanna ogni tipo di violenza”.

“Parole che non condividiamo”

Così scrive l’Ufficio stampa della curia vescovile di Trapani, il cui vescovo è Monsignor Pietro Maria Fragnelli.Un atto dovuto, quello dell’organo ecclesiastico trapanese, ma anche sentito.

“Pur tenendo conto di eventuali forzature mediatiche, è la stessa disapprovazione sociale, coralmente manifestata nei suoi confronti, a rivelare la debolezza della posizione di don Cruciata: le sue esternazioni non si possono condividere in nome di valori civili e umani e ancor meno in nome di virtù che si vogliono far passare come cristiane.Sebbene come privato cittadino egli abbia la libertà di poter esprimere opinioni del tutto personali, ci si rammarica anche della modalità con cui argomenti così delicati e sensibili vengano trattati sui social”.

Una condanna senza se e senza ma

Una condanna senza se e senza ma, insomma. Il tentativo di porre fine ad una diatriba che ha sconfinato i sempre più invisibili confini social di Facebook ed è approdata sugli organi di stampa tradizionali causando, evidentemente, malumori e fraintendimenti negli ambienti della Chiesa trapanese.

Che ribadisce, semmai ce ne fosse bisogno, l’impegno evangelico e pastorale a favore della difesa della dignità delle donne in sintonia con il magistero di Papa Francesco e di tutta la Chiesa.“La Diocesi – così si conclude il documento della Curia – auspica un uso sempre più responsabile delle notizie e delle opinioni per evitare “battaglie di parole” che invece di costruire e custodire il senso profondo della persona e della comunità, ne svuotano la ricchezza e la verità”.

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