Ponte Oreto, rischio cedimenti: restrizioni e stop a bus e mezzi pesanti - Live Sicilia

Ponte Oreto, rischio cedimenti: restrizioni e stop a bus e mezzi pesanti

Pronti restringimento della carreggiata e chiusura dei marciapiedi

PALERMO – Se il ponte Corleone è messo male, il ponte Oreto non se la passa meglio e così il comune di Palermo corre ai ripari: l’amministrazione è pronta a chiudere i marciapiedi per eseguire “interventi urgentissimi di manutenzione straordinaria”, il che vorrà dire restringere la carreggiata di almeno un metro e mezzo per garantire un passaggio pedonale e vietare il transito a tutti i mezzi più pesanti di 35 quintali, autobus inclusi. Una notizia destinata a mandare ancora più nel caos il traffico cittadino, già alle prese non solo con i problemi del Corleone ma anche con il restringimento del sottopasso di via Crispi. Una sorta di “tempesta perfetta”, visto che i mezzi pesanti dovranno continuare a convergere tutti su corso dei Mille e via Messina Marine.

In realtà non si tratta di un fulmine a ciel sereno, perché che il ponte monumentale sul fiume Oreto avesse bisogno di interventi di manutenzione lo avevano messo nero su bianco sia il Dipartimento di Geotecnica dell’Università nel 2002 che il consulente del Comune, l’ingegnere Francesco Paolo Filizzola, nel 2004; peccato che in tutti questi anni, nonostante i ripetuti allarmi, non ci sia stato alcun intervento di manutenzione e riparazione, come si legge nella relazione firmata lo scorso 4 aprile dal funzionario comunale Tonino Martelli, Rup del progetto di restauro del ponte che il 19 marzo ha anche effettuato un sopralluogo con i vigili e i pompieri.

Il rischio è quello di “cedimenti, anche localizzati, delle strutture del ponte” e quindi bisognerebbe chiuderlo totalmente o, quantomeno, in modo parziale. I soldi per intervenire in somma urgenza questa volta ci sono, visto che si prenderanno dall’accordo quadro comunale, ma prima va stilato un progetto e va emessa un’ordinanza. Il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore Maria Prestigiacomo hanno inviato una nota agli uffici e per conoscenza anche al consiglio comunale per chiedere di attivarsi al fine di “eliminare le condizioni di rischio per la popolazione e la mobilità”, ma anche per sollecitare i lavori nel sottopasso di via Crispi e provare così a evitare che la circolazione in città vada definitivamente in tilt. Sul ponte Corleone infatti, nonostante annunci e impegni, non si è ancora mosso nulla e i mezzi pesanti sono tutti dirottati sui ponti di corso dei Mille e via Messina Marine; il restringimento del ponte Oreto sarebbe la ciliegina sulla torta.

Il punto è che, al momento, non c’è una data presunta di avvio dei lavori, né una di fine. Ieri mattina l’assessore ha incontrato tecnici e dirigenti per fare il punto sul progetto di restauro finanziato con i quattro milioni dei vecchi fondi Fas e che adesso dovrebbe essere gestito dall’Anas, ma l’emergenza adesso resta la messa in sicurezza della struttura: il Comune ha deciso di creare un gruppo di progettazione per gli interventi urgenti che potranno partire soltanto dopo.

La relazione del Rup mette comunque in evidenza che il progetto definitivo per il restauro andrà rivisto e aggiornato, dovendo comprendere anche l’adeguamento alle nuove norme anti-sismiche, ma ci vorranno almeno tre anni tra indagini, validazioni, pareri, affidamento dei lavori ed esecuzione. Nel frattempo, si dovrà intervenire in urgenza con l’accordo quadro per la manutenzione straordinaria di ponti e cavalcavia.

Gli interventi

La manutenzione straordinaria dovrà comprendere alcuni interventi “assolutamente necessari e urgenti”, come sottolinea la relazione del Rup, che dovranno riguardare il risanamento di tutte le strutture in cemento armato ammalorate, l’impermeabilizzazione dell’impalcato, la posa in opera dei giunti di dilatazione, il rifacimento dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche e il risanamento dei parapetti. Operazioni per le quali si inibiranno i passaggi pedonali (cioè i marciapiedi) e si limiterà il passaggio ai soli veicoli leggeri, cioè con peso non superiore ai 35 quintali, ossia una soglia molto più bassa delle 19 tonnellate attuali e che costringerà tutti i mezzi più pesanti a optare per il ponte delle Teste mozze nei pressi del Ponte dell’Ammiraglio (autobus compresi). Ai pedoni sarà riservato un percorso sulla carreggiata stradale (1,2 metri lato mare).

Un ponte dai mille problemi

Il ponte Oreto non gode di ottima salute e per rendersene conto, ai tecnici, è bastato il sopralluogo del 19 marzo quando “si era potuto prendere sommaria contezza delle condizioni di degrado e ammaloramento delle strutture, immediatamente visibili alla semplice ricognizione esterna”, si legge nella relazione del Rup. Nei giorni seguenti sono state effettuate nuove verifiche sui punti meno accessibili e sono state ripescate le relazioni del 2002, firmata dall’Università, e del 2004 a opera di Filizzola. “Già all’epoca degli studi – scrive Martelli – emergevano notevoli criticità sullo stato di conservazione e manutenzione dell’opera, tanto da ritenere necessario procedere con tempestività a interventi di risanamento e ripristino delle originarie caratteristiche”.

E in effetti le relazioni di inizio anni Duemila già parlavano di “avanzato degrado della struttura”, “mancanza di manutenzione nel tempo”, “sofferenza strutturale”, “cattivo stato di conservazione delle solette del primo e terzo arco”, “distacco del calcestruzzo di copri ferro”, “armature in avanzato stato di ossidazione”, “pessime condizioni dei parapetti”, “lastre di marmo distaccate”, infiltrazioni d’acqua. Per non parlare degli “evidenti segni di sofferenza strutturale che rendono praticamente inservibili e inefficaci” travi, pilastri e puntoni.

Gli studi avevano escluso qualsiasi pericolo di crollo, ma avevano anche sottolineato un non adeguato “coefficiente di sicurezza” e chiesto interventi “indispensabili e indifferibili” che in oltre 15 anni non sono mai stati eseguiti. E dopo tanti anni i problemi sono aumentati, mentre a diminuire è stata la sicurezza: da qui la richiesta di “adeguati provvedimenti urgentissimi e inderogabili”. E se proprio non è possibile chiudere totalmente la struttura, visto il rischio di cedimenti, lo si farà almeno parzialmente.

Le reazioni

“Dopo il ponte Corleone, il comune di Palermo è pronto a restringere anche il ponte Oreto per problemi di sicurezza e la conseguenza sarà mandare in tilt il traffico di tutta la città. Una situazione che l’amministrazione Orlando conosceva da tempo ma per la quale non ha mosso un dito e il risultato è aver messo a rischio per anni l’incolumità di pedoni e automobilisti, mentre ora si deve correre urgentemente ai ripari. Questa amministrazione ha già fatto abbastanza danni a Palermo, si dimettano e mettano fine in anticipo a questo scempio”. Lo dice il capogruppo di FdI Francesco Scarpinato.

“Calano come un macigno, ma sono tutt’altro che inaspettate le parole dei tecnici della città storica sul ponte Oreto – dichiara Igor Gelarda, capogruppo della Lega a Palermo – Tecnici che vorrebbero addirittura la chiusura totale del ponte per la riduzione dei pericoli di pubblica incolumità, ma “ove non fosse possibile” alcune limitazioni importanti. Già una relazione del 2002, dell’università di Palermo, parlava del rischio di crolli localizzati della struttura. In questi 19 anni non è stato fatto praticamente nulla, e quindi la situazione è nettamente peggiorata. Non esiste neanche un progetto esecutivo fatto in tutti questi anni dall’amministrazione comunale. Più volte sono intervenuto denunciando la precarietà di questo ponte e il pericolo per pedoni e automobilisti.  Oggi, finalmente, anche se con enorme ritardo il sindaco Orlando si vede costretto a cominciare i lavori per mettere in sicurezza il ponte. Tutto ciò significherà il caos in quella zona che si aggiunge a ciò che abbiamo nel resto della città. Vero è che secondo il comune ci sono già i soldi  per i lavori, ma la contestuale riduzione del transito al ponte Corleone, l’impossibilità di passaggio di mezzi pesanti sul ponte in via Messina Marine, i lavori in via Crispi e via Roma, la chiusura di viale Regione all’altezza di via Principe di Paternò fanno sì che Palermo è ormai tagliata in due. Con buona pace degli automobilisti e di chi ha fatto diventare Palermo la città più trafficata d’Italia. I palermitani sono prigionieri di un gruppo di persone politicamente inadatte a gestire la città . E anche se andranno via tra un anno i danni fatti ai palermitani, purtroppo, li pagheremo per tantissimo tempo”.

“La situazione disastrosa del Ponte Oreto di Palermo purtroppo non è una novità: da anni denunciamo lo stato impietoso di una struttura che avrebbe avuto bisogno di interventi urgenti e immediati già due decenni fa, mentre i fondi Fas restano fermi nei cassetti e tutto questo è inaccettabile. Oggi ci ritroviamo con il ponte a rischio cedimenti e il Rup che ne chiede la chiusura, anche se parziale, e non può consolare il fatto che questa volta i fondi per gli interventi in somma urgenza ci siano. È scandaloso che per tutto questo tempo non si sia mosso un dito: i cantieri, quando partiranno, sì sommeranno alle restrizioni del Ponte Corleone e di via Crispi facendo impazzire la circolazione. Un disastro annunciato e ampiamente evitabile, di cui questa amministrazione dovrà rendere conto alla città”. Lo dice il capogruppo di Italia Viva al consiglio comunale di Palermo Dario Chinnici.

“Con l’annunciato restringimento del Ponte Oreto, a rischio crolli, la viabilità a Palermo andrà in tilt anche perché l’unico ponte percorribile in totale sicurezza sarà quello tramviario (Teste Mozze) nei pressi di piazza Scaffa, considerato che anche quello in prossimità della foce del fiume potrebbe essere malmesso. Una situazione largamente prevedibile e su cui bisognava intervenire con ampio anticipo, mentre ci ritroviamo ancora una volta in piena emergenza”. Lo dichiara il consigliere di “Avanti Insieme”, Antonino Sala.


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