Catania, detenuto aggredisce agenti della Polizia penitenziaria

Catania, detenuto aggredisce agenti della Polizia penitenziaria

La denuncia del Sappe che si appella al Ministero della Giustizia. LE REAZIONI

CATANIA. Un detenuto del carcere catanese di Piazza Lanza con problemi psichici ha aggredito a calci e pugni un ispettore e un assistente capo della polizia penitenziaria, che hanno dovuto far ricorso alle cure del pronto soccorso. E’ accaduto ieri pomeriggio ma è stato reso noto solamente stamane dal segretario generale del Sappe Donato Capece, che si appella al Ministero della Giustizia per “solleciti interventi” per il reparto di Polizia Penitenziaria della struttura.

“Questa è la sesta aggressione in meno di due mesi nella struttura ai danni del personale. Purtroppo, nonostante le numerose denunce del Sappe, ad oggi nessun provvedimento è stato posto in essere. Dopo la scellerata chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari l’amministrazione non ha emanato alcun dispositivo sulle regole di gestione e soprattutto d’ingaggio per fronteggiare i soggetti violenti affetti da malattie mentali, abbandonando al proprio destino la Polizia Penitenziaria, che purtroppo opera nei turni di servizio quotidiani senza uomini sufficienti e senza mezzi idonei per fronteggiare questo gravissimo dilagante fenomeno che mette ad alto rischio l’incolumità del personale”.

Le reazioni

“Ho appreso dal sindacato della polizia penitenziaria Sappe dell’aggressione da parte di un detenuto a 2 agenti della polizia penitenziaria in servizio a Piazza Lanza a Catania che sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari. Invio loro la mia solidarietà: quanto accaduto è grave specie se si pensa che negli ultimi 60 giorni sono state ben 6 le aggressioni agli agenti nelle strutture penitenziarie catanesi. Per questa ragione occorre intervenire per tutelare, senza se e senza ma, la sicurezza degli agenti e mi recherò in visita ispettiva nelle strutture penitenziarie cittadine per comprendere, dalla viva voce delle direzioni e del personale in servizio, le problematiche  e le contromisure da adottare”. Lo ha detto il deputato alla Camera del M5S Eugenio Saitta, componente della  commissione Giustizia. 

Lai Uil

Il segretario nazionale della Uil Pubblica  Amministrazione Polizia Penitenziaria Armando Algozzino esprime “rabbia per l’accaduto e solidarietà personale e sindacale agli esponenti del Corpo”. 
“Per l’ennesima volta – afferma – i poliziotti penitenziari sono oggetto di atti di  ingiustificata ferocia da parte di un detenuto affetto da disagio psichico”. 
Nel pomeriggio domenicale, alle 16:30, sono stati aggrediti un vice ispettore e un assistente capo.  Il fatto segue di qualche settimana l’ultima manifestazione di violenza  verificatasi lo scorso 23 marzo: in quell’occasione, a essere colpiti furono un sovrintendente e un assistente capo. 


Il segretario interviene dunque sullo stesso argomento, sottolineando “l’insostenibilità di una situazione che mette insieme emergenza sanitaria, esplosioni di follia a carenze di organico”. 
“Non è possibile mettere i detenuti comuni alla stessa stregua dei ristretti mentalmente disturbati – afferma – perché questi ultimi hanno delle reazioni imprevedibili e inconsulte, che pongono a repentaglio la sicurezza del personale e della stessa popolazione carceraria”. 


“Ho più volte manifestato, sia con il supporto della stampa che attraverso un’ interlocuzione serrata con l’amministrazione – prosegue l’esponente sindacale – la necessità non più procrastinabile di contrastare l’escalation di violenza in corso, non solo negli Istituti siciliani ma di tutto il Paese”. 
Il segretario nazionale rimane convinto che l’unica strada da percorrere per cambiare la situazione in atto sia quella normativa, sia a livello disciplinare che nella programmazione di nuove misure. E formula una proposta rivolgendola all’amministrazione. “In ogni Istituto occorre attivare un reparto ad hoc – sintetizza –  che si dedichi a questa tipologia di detenuti”. 


“Il personale preposto deve essere opportunamente formato – chiarisce – proprio come lo erano gli agenti che, prima della chiusura, prestavano servizio presso gli ospedali psichiatrici giudiziari, erroneamente azzerati”. 
“Personale specializzato e formato su base volontaria – aggiunge – da intercettare attraverso appositi interpelli”. “Inoltre, tutti i detenuti aggressivi, psichiatrici e non  – conclude – che attaccano il personale devono essere trasferiti immediatamente dalla sede presso la quale hanno commesso il reato”.

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