"Molti casi gravi e ricoveri, a Palermo la situazione peggiora"

“Molti casi gravi e ricoveri, a Palermo la situazione peggiora”

Il grido d'allarme degli ospedali
PARLA LA DOTTORESSA MANISCALCHI
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Dottoressa Tiziana Maniscalchi, direttore facente funzione al pronto soccorso Covid dell’ospedale ‘Cervello’, com’è l’andamento della pandemia a Palermo?
“Brutto, la situazione peggiora. Ma, purtroppo, è quello che ci aspettavamo”.

Perché?
“Perché durante le feste di Pasqua, esattamente come a Natale, ci sono stati verosimilmente comportamenti sbagliati da parte di tante persone”.

Diamo qualche numero?
“Una settimana fa, al pronto soccorso del ‘Cervello’, avevamo trenta accessi al giorno, ora sono cinquantacinque. Stanno aumentando e tutto il sistema soffre in termini di ricoveri. Dopo il plateau mi aspettavo la discesa. Ma le feste, appunto, hanno provocato quello che abbiamo sotto gli occhi. Registriamo una impennata”.

Ci sono ancora casi gravi tra i giovani?
“Sì e sono anche quelli in crescita e purtroppo c’è pure qualche anziano ricoverato anche dopo la doppia dose di vaccino, ma è un dato che non deve allarmare”.

Perché?
“Perché la copertura di Pfizer, per esempio, è al novantacinque per cento. Protegge moltissime persone, non tutti”.

I giovani, dicevamo.
“Ieri abbiamo dovuto ricoverare un diciottenne per motivi precauzionali. Ci sono ragazzi con polmoniti gravi e ragazzi con polmoniti lievi”.

Qualche esempio?
“Ci siamo occupati di un quarantenne con una polmonite all’ottanta per cento e l’insufficienza respiratoria. Abbiamo avuto un over sessanta con la polmonite al cento per cento, mai visto prima, e un trentenne con la polmonite al quaranta per cento. Le storie cliniche sono differenti. Vuole sapere un altro elemento di differenza rispetto al passato? Abbiamo molte donne incinta ricoverate”.

Posti letto?
“Li reperiamo, ovviamente, con maggiore difficoltà perché il vaso si sta riempiendo”.

La zona rossa può aiutarci?
“Sì, se funziona con i necessari controlli”.

Il consiglio da dare?
“State a casa. Io sono vaccinata e vado soltanto in ospedale per lavorare”.


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