L'orrore visto dalla finestra: ucciso per un pugno di euro - Live Sicilia

L’orrore visto dalla finestra: ucciso per un pugno di euro

Dalla macabra scoperta del corpo di Nunzio Nicotra al fermo di Agatino Gemma. Cronaca di un omicidio.

CATANIA – Lo hanno visto sdraiato sul letto. Le lenzuola macchiate di sangue. Un’immagine rubata da uno scorcio della finestra al piano terra. Alcuni residenti di via Delle Formiche hanno cercato di capire cosa fosse successo dopo che per giorni non hanno visto uscire di casa Nunzio Nicotra. E così, sbirciando tra le grate, hanno fatto la macabra scoperta ed hanno allertato una volante della Polizia che è passata nella zona. A quel punto, mercoledì scorso, i poliziotti hanno forzato la porta e sono entrati nel piccolo monolocale.

I particolari

Uno spazio di pochi metri, giusto lo spazio per il cucinino e il letto. In quella stanza è avvenuto l’efferato delitto: Agatino Gemma, 50 anni, lo ha colpito con un coltellino al collo, all’addome e alla schiena. Forse l’anziano è morto dopo ore di agonia. Sarà comunque l’esame autoptico disposto dalla Procura a chiarire questi elementi. 

Il movente

Dietro il gesto efferato ci sarebbe un prestito di poche centinaia di euro. Poco più di 200 euro che Nicotra non avrebbe restituito a un conoscente del suo assassino. Da questo sarebbe scaturita la lite finita nell’orrore. L’ex agente di polizia penitenziaria ha lasciato l’anziano nel letto ed ha chiuso la porta alle sue spalle. Ma il suo passaggio è stato immortalato da una telecamera. 

Quel frame è stato solo uno dei tasselli che ha permesso alla Squadra Mobile di chiudere il cerchio su Agatino Gemma. Gli investigatori attraverso i racconti della figlia e dei vicini di casa di Nicotra hanno stretto i nominativi di chi era solito andare a trovare il vedovo in quel monolocale nel rione Cappuccini. E così sono arrivati all’ex agente di polizia penitenziaria con un passato travagliato, un’accusa di omicidio nei confronti di una prostituta nigeriana nel 2006 e problemi psichici. 

La confessione

Una volta portato in via Ventimiglia, davanti al pm ha vuotato il sacco e confessato. Poi nel corso dell’udienza di convalida, davanti al gip, ha scelto il silenzio. Un silenzio nelle cui pieghe si è consumata una tragedia nella tragedia. Al di là del caso giudiziario. 

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