Ucciso per 300 euro: la confessione di fronte al pm

Ucciso per 300 euro: la confessione di fronte al pm

Il Gip ha confermato il provvedimento restrittivo nei confronti dell'indagato ed emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
L'OMICIDIO
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CATANIA – Era di trecento euro il debito a cui non aveva ancora fatto fronte il pensionato Nunzio Nicotra, 80 anni, vedovo, ucciso con diverse coltellate nel monolocale dove abitava, non lontano dall’ospedale Garibaldi centro di Catania. Lo ha confessato al sostituto procuratore il presunto omicida, Agatino Gemma, 50 anni, alla presenza del suo legale di fiducia. È quanto emerge, da una nota della Procura di Catania, dalle indagini della squadra mobile della Questura che lo aveva fermato.

Il Gip ha confermato il provvedimento restrittivo nei confronti dell’indagato ed emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. La polizia era intervenuta nell’appartamento della vittima, ricostruisce la Procura di Catania, dopo che alcuni vicini, da una finestra della casa, avevano visto Nicotra sul letto che non rispondeva ai loro richiami. In un primo momento il medico legale aveva ipotizzato un caso di autolesionismo, ma l’autopsia ha chiarito che era stato un omicidio.

Alcuni testimoni hanno riferito della frequentazione della vittima con un cinquantenne calvo, che la squadra mobile ha individuato in Gemma, che nel 2006 era stato fermato per avere ferito mortalmente a coltellate una prostituta straniera sulla strada statale Catania-Gela. Inoltre la polizia ha acquisito un video in cui si notava un uomo, dalle caratteristiche fisiche corrispondenti a quelle del sospettato, il 30 marzo scorso, mentre entrava da solo in casa del pensionato e ne usciva alcune ore dopo chiudendo a chiave la porta. Gemma è stato prelevato dalla squadra mobile nell’ospedale Garibaldi Centro, in cui si era recato volontariamente il 2 aprile scorso.

Davanti al Pm e alla presenza del suo legale di fiducia ha confessato l’omicidio collegandolo a un debito di 300 euro non saldato dal pensionato. Gemma ha spiegato anche che, per non essere individuato, si era disfatto di alcuni effetti personali della vittima e dei propri abiti, macchiati di sangue, e che l’indomani si è nascosto fuori Catania per poi decidere di ricoverarsi autonomamente. Il 50enne era stato fermato dalla squadra mobile, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura di Catania, per di omicidio volontario, aggravato da motivi abietti e futili e condotto nel carcere di Enna. (ANSA).

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