Ambulanti di nuovo in piazza per chiedere riaperture

Ambulanti di nuovo in piazza per chiedere riaperture ed aiuti

Sit-in in prefettura
CORONAVIRUS, PALERMO
di
2 min di lettura

PALERMO – “Più vaccini, meno dati ballerini. Apertura mercatini”. È questo uno messaggi degli operatori ambulanti che sono tornati in piazza a Palermo.

Lo scorso 28 marzo Confimprese Palermo, con a capo il presidente Giovanni Felice, si è presentata a Palazzo delle Aquile per chiedere la riapertura di alcuni mercati rionali chiusi a causa del diffondersi del Covid -19, nella giornata di oggi, invece, il raduno davanti alla prefettura.

La protesta che, nonostante la pioggia ha visto la partecipazione di circa 100 operatori ambulanti, è stata indetta per chiedere modifiche alle restrizioni previste nelle zone rosse, sostegni alle imprese marginali e la possibilità che le aziende in difficoltà possano accedere a finanziamenti agevolati.

Gli altri striscioni esposti recitavano: “Il Covid finanziario pericoloso quanto il Covid sanitario”, “Il Covid ha prodotto un milione di disoccupati, finanziare le imprese per ridare lavoro alla gente” o ancora “La lotteria dei dati sul Covid ha portato Palermo in rosso”.

Il presidente di Confimprese Palermo, Giovanni Felice, chiede chiarezza sui dati: “Dai dati dipende il nostro destino. Non sapere o non fidarsi non lascia sereni. Se da un lato i dati sono spropositati rispetto alla realtà rischiamo di non lavorare potendo lavorare, dall’altro lato si rischia di avere una situazione di pericolo più grave di quella che sembra”.

Quando si sceglie di individuare delle zone rosse che lo siano per davvero, non che stiano tutti aperti. Stiamo chiedendo – continua Felice – una modifica dell’allegato 27 cioè di ridurre drasticamente le attività. In più chiediamo degli aiuti per la categoria”.

I dubbi sono tanti e il signor Dolce, venditore ambulante da anni, chiede che vengano sciolti: “C’è chi lavora e chi non lavora. Io vendo prodotti alimentari e mi capita di lavorare a giorni alterni. In questo momento, con la zona rossa lavoriamo. Quando, invece, siamo in zona arancione chiudono i mercati. È una cosa strana. L’economica è ferma – conclude il signor Dolce -, così diventiamo tutti poveri”.

“Ci sono dei contagi ballerini e chiediamo di riesaminare questi contagi – dichiara Riccardo Florio -. Chiediamo anche di avere aiuti economici. Dopo quasi 14 mesi di chiusura siamo senza soldi”.

“Noi – dichiara Serafino Maniscalco – siamo una categoria che, quando si tratta di ricevere ristori, sparisce dai radar, i motivi sono diversi. Si crede che in zona arancione eravamo aperti, ma siamo stati penalizzati ed era come stare chiusi, poi perché siamo una categoria che sfugge dai radar delle istituzioni facilmente”.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI